Di Giancarlo ALLIONE

Il dibattito sull’intelligenza artificiale comincia ad essere articolato. Non è questa la sede per affrontare il tema dell’incremento mostruoso dei consumi energetici (i dati effettivi sono al momento in modo piuttosto inquietante ancora di fatto tenuti segreti), o delle conseguenze sociali (disoccupazione indotta) o di incremento potenziale delle attività criminali.

Proviamo piuttosto a concentrarci sui reali effetti che l’introduzione dell’intelligenza artificiale sta avendo nell’ambito professionale, cercando di superare l’effetto “wow” che indiscutibilmente produce un motore di AI generativa. Savino Gallo (si veda “L’AI un concorrente «reale» per i professionisti” del 17 maggio 2024) ha dato conto di una ricerca secondo la quale il 25% degli intervistati sostituirebbe il proprio professionista con un motore di intelligenza artificiale.

È evidente che, chi ha risposto così, di certo non ha mai provato a risolvere un problema vero utilizzando bot anche evoluti. L’effetto criceto che corre nella ruota, almeno per la mia esperienza personale, è stato praticamente una costante.

La totale spersonalizzazione del rapporto si tira dietro quale corollario diretto la totale non assunzione di responsabilità. Se il bot sbaglia o non fornisce risposte, chi risponde? Farai una causa, se va bene, a qualche limited di Seattle e, se va male, a qualche indirizzo internet delle Bahamas? Davvero sorprendente ed emblematico, in proposito, il recente caso di una compagnia aerea che, chiamata a risarcire un utente per le informazioni errate fornite dal proprio chatbot, ha scaricato la responsabilità sul bot stesso in quanto ritenuto dalla compagnia un’entità separata dotata di autonoma responsabilità per le proprie azioni (?!).

Vi è poi il tema enorme dell’affidabilità delle risposte. È di fatto impossibile controllare il 100% delle risposte fornite da un sistema AI. Lo stesso ChatGPT dichiara sul suo sito che le risposte possono contenere errori e invita a verificare. Se una risposta però è attendibile al 98%, in un contesto professionale vero e serio non serve a nulla. O posso prendere e fare quello che la macchina mi suggerisce, oppure se devo controllare l’output, anziché “n” documenti, semplicemente ne dovrò leggere “n+1”.