Secondo un’indagine diffusa ieri, un italiano su 4 lascerebbe il proprio consulente per uno generato dalle macchine. De Luca: «La risposta è nella formazione»

Di Savino GALLO

Circa un italiano su 4 lascerebbe il proprio consulente per farsi seguire da uno generato dall’intelligenza artificiale. Il dato, contenuto in un’indagine realizzata dall’Istituto Piepoli per conto dei consulenti del lavoro e presentata ieri durante la prima giornata del Festival del Lavoro 2024, non è ancora allarmante (più del 70% degli intervistati dichiara che non abbandonerebbe il proprio professionista di fiducia), ma deve comunque far riflettere se rapportato a un fenomeno tutto sommato relativamente nuovo, di cui non si sono ancora esplorati i confini.

Non a caso, solo il 32% degli intervistati risponde che l’intelligenza artificiale alleggerirebbe in maniera rilevante il proprio lavoro, mentre oltre il 60% ritiene che il rapporto tra lavoro e AI andrebbe regolamentato con leggi ad hoc. Nel corso della prima giornata del Festival, intitolato “Etica e sicurezza nell’era dell’intelligenza artificiale”, si è parlato proprio di questo, e una parola su tutte, “formazione”, ha fatto da minimo comune denominatore di tutti gli interventi che si sono susseguiti.

“L’AI – ha spiegato il Presidente dei Consulenti del lavoro, Rosario De Luca – pone una sfida al rialzo: obbligherà a prepararsi, pena l’esclusione dal mercato. Ancora oggi, in troppi pensano di poter essere spendibili in ogni stagione, ma bisogna interrogarsi se le proprie capacità siano adeguate a quello che richiede il mercato. Il lavoro c’è, proprio negli ultimi giorni Unioncamere ha parlato di oltre un milione e mezzo di posti di lavoro disponibili e della difficoltà di trovare i profili adatti a ricoprire quei ruoli” (come dimostra anche l’ultima ricerca realizzata proprio da Consulenti del lavoro, si veda “Al via il Festival del Lavoro 2024” del 16 maggio).

Secondo De Luca, la formazione finalizzata ad acquisire le competenze legate anche alle nuove tecnologie “deve partire dalle Università”. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta con un videomessaggio, ha invece parlato di un “grande piano di re-skilling e up-skilling per tutti, giovani e adulti, lungo tutto l’arco della vita e nei luoghi di lavoro e nelle società. L’intelligenza artificiale avrà un impatto determinante – ha spiegato –, che cambierà il modo di svolgere tanti mestieri, ma deve essere a misura d’uomo. Sarà una risorsa solo se migliora il lavoro individuale, anziché sostituirlo”.

La Premier ha poi ribadito l’impegno del Governo sul tema del lavoro, rivendicando i buoni risultati registrati nelle ultime settimane (“600 mila contratti stabili in più, il record di 62,1% di lavoratori occupati, contratti stabili in aumento e inattivi in diminuzione”, ha sottolineato) e le ulteriori misure varate con il decreto “Coesione”, con cui vengono stanziati “altri 3 miliardi per l’impiego di lavoratori giovani, fragili e donne”.