Ieri il Presidente del CNDCEC de Nuccio è stato ricevuto al MEF. Compatte sulla richiesta di rinvio anche le associazioni sindacali

Di Savino GALLO

Continua il pressing dei commercialisti per lo spostamento della scadenza, attualmente fissata al 30 giugno, per il versamento delle imposte derivanti da dichiarazioni dei redditi, IVA e IRAP.
Dopo la richiesta avanzata 10 giorni fa attraverso una lettera indirizzata al Ministro dell’Economia Franco (si veda “CNDCEC: «Serve più tempo per il versamento delle imposte»” del 18 giugno), ieri il Presidente del CNDCEC de Nuccio è stato ricevuto al MEF, in un incontro in cui ha ribadito la necessità di spostare il termine al 20 luglio, con la possibilità di versamento entro il 22 agosto applicando la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo.

“Abbiamo piena consapevolezza – ha spiegato il numero uno dei commercialisti in una nota stampa diffusa subito dopo la riunione – del momento delicato che il Paese sta attraversando a causa delle difficoltà del quadro economico indotte prima dall’emergenza pandemica e ora da quella legata al conflitto in Ucraina. Apprezziamo anche lo sforzo che l’Esecutivo sta mettendo in campo per calmierare i prezzi dell’energia, provando così ad alleviare, per quanto possibile, le difficoltà di imprese e cittadini. In questo scenario, consentire il pagamento senza la maggiorazione dello 0,40% fino al 20 luglio, potrebbe paradossalmente produrre entro quella data un maggior gettito per le casse dell’Erario, oltre a consentire ai contribuenti e ai commercialisti che li assistono di effettuare gli adempimenti senza affanni e con la dovuta diligenza professionale, nell’ottica di favorire la compliance e razionalizzare il calendario fiscale”.

Sulla necessità di prorogare il termine si sono espressi, sempre nella giornata di ieri, anche le associazioni sindacali. In un comunicato stampa sottoscritto da tutte e nove le sigle di categoria (ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNAGRACO – SIC – UNGDCEC – UNICO) sono state ricordate le “difficoltà operative” che si sono registrate in questi mesi: “Dalle modifiche degli ISA approvate solo a fine aprile alla possibilità per gli studi di richiedere i dati relativi alle precalcolate ISA 2022 solo dallo scorso 4 maggio, dal ritardo con il quale sono state rese disponibili le dichiarazioni precompilate (23 maggio anziché dal 30 aprile) alla possibilità per contribuenti di accettare o modificare la precompilata solo a partire dal 31 maggio”.

Tutti “ritardi” che hanno avuto “conseguenze anche sul lavoro delle software house” e “hanno condizionato l’operatività degli stessi studi professionali”, già sotto pressione per gli “ulteriori adempimenti in scadenza a fine giugno” e il “carico di lavoro che ha caratterizzato l’attività anche nei primi mesi del 2022 nell’assicurare assistenza a cittadini e imprese”.

Per questo le associazioni, unendosi alla richiesta avanzata dal Consiglio nazionale, ritengono “indispensabile” l’adozione di un “tempestivo provvedimento” che, così come già accaduto negli anni precedenti, rinvii la scadenza del 30 giugno.