L’attività di consulenza resa dagli studi è impattata dall’innovazione tecnologica e dall’intelligenza artificiale

Di Paolo BIANCONE, Davide CALANDRA e Paolo MESSINA

L’intelligenza artificiale e, più in generale, l’innovazione tecnologica stanno progressivamente cambiando le modalità lavorative di commercialisti e revisori.
Oggi, la proliferazione dei software e dei relativi automatismi ha, di fatto, già comportato innovazioni di processo interno; in un’ottica di medio/lungo periodo occorre poi raccogliere alcune sfide future. Tra queste, ad esempio, la definizione di nuovi modelli di business all’interno degli studi (si veda “M&A e digitalizzazione i nuovi modelli di business per gli studi professionali” del 30 marzo 2021).

Alcune forze esogene incidono sui nuovi modelli: in primo luogo, i progressi tecnologici e le forze di mercato che continueranno a modificare le attività fondamentali della contabilità. Alcune prime evidenze sono, inoltre, legate alla predisposizione della dichiarazione dei redditi, in parte precompilata, e alla contabilizzazione delle fatture elettroniche, ormai soggetta a evidenti automatismi tecnologici.
Appare, dunque, evidente che i professionisti debbano concentrarsi sempre di più sulla consulenza, fornendo analisi e servizi necessari per prendere decisioni aziendali rapide e sviluppare strategie di business a lungo termine.

In questo, ci si può avvalere della tecnologia intelligente, che garantisce la possibilità di accesso ai dati in qualsiasi momento e luogo e consente di estrarre aggregati ed evidenze su molteplici aspetti.

Ancora di più, alcune applicazioni esterne che sfruttano l’intelligenza artificiale possono fornire report predittivi sull’attività di business futuri, aprendo la strada a una consulenza proattiva nei confronti delle necessità aziendali, ad esempio anticipando eventuali problemi di liquidità e fornendo meccanismi dotati di allarmi di gestione.

Sulla possibile ricetta vincente per l’innovazione digitale, il suggerimento viene dalla Silicon Valley, caso tra l’altro approfondito e applicato ai commercialisti nel modulo 1 del corso di soluzioni operative di intelligenza artificiale e robotic process automation per commercialisti (https://go.innodemia.com/corso-ai-commercialisti).
Il primo ingrediente è pensare all’innovazione non solo come processo, ma anche come sviluppo del business model in generale. Nel caso dei commercialisti, ad esempio, esplorare servizi a canone fisso potrebbe rivelarsi un nuovo modo per erogare servizi basati sull’intelligenza artificiale (si veda “Tecnologia intelligente utile per creare servizi e app per i clienti degli studi” del 9 aprile 2021).

Il secondo ingrediente è l’adozione della trasformazione digitale in luogo della digitalizzazione. Digitalizzazione significa delegare al computer lo stesso processo, mentre trasformazione digitale significa ripensare i processi in modo da massimizzare la produttività.

Il terzo ingrediente è parlare il linguaggio dei clienti. Sembrerebbe intuitivo ottimizzare i processi avendo in mente una visione “studiocentrica”, mentre in realtà occorre ottimizzare i processi prima in un’ottica di miglioramento dei servizi erogati e poi di diminuzione dei costi interni.

Infine, è importante creare digital asset, ovvero un capitale digitale spendibile per gli studi, che potrebbe ad esempio anche tradursi in qualcosa di semplice come una dashboard di analitica personalizzata per settore e che potrebbe rivelarsi ottimale per le aziende di quel settore.
Nel corso di soluzioni operative di intelligenza artificiale e robotic process automation per commercialisti viene approfondita la ricetta per l’innovazione intelligente, partendo dalla consapevolezza che la tecnologia di per sé non può risolvere tutti i problemi di business.

Gli studi che vogliono vincere questa sfida devono porsi in un’ottica di pianificazione strategica dove la trasformazione digitale costituisce una parte di una strategia generale.