Il CNDCEC scrive al Ministro Speranza. La stessa richiesta è arrivata anche da altre categorie professionali e dal Presidente dell’AdEPP

Di Redazione EUTEKNE

Così come altre categorie professionali, anche i commercialisti, per il tipo di attività che svolgono quotidianamente, dovrebbero essere inclusi tra i soggetti a rischio e, quindi, da sottoporre con priorità al vaccino contro il COVID-19.

La richiesta è contenuta in una lettera che ieri Massimo Miani, Presidente del CNDCEC, ha inviato a Roberto Speranza, Ministro della Salute: “Con l’avvio delle campagne di vaccinazione nelle diverse Regioni italiane e le comprensibili esigenze di definire linee di prioritarizzazione rispetto alle diverse fasce della popolazione a livello nazionale – scrive il numero uno dei commercialisti italiani – desidero porre alla vostra attenzione la presenza dei commercialisti, fin dai primissimi giorni della pandemia, al costante servizio delle imprese e delle persone, tanto che la nostra categoria fu inclusa nel DPCM 22 marzo 2020 tra i servizi essenziali”.

Per permettere ai propri clienti di far fronte ai molteplici aspetti relativi alla gestione dell’emergenza e alle correlate scadenze perentorie, gli studi professionali, aggiunge Miani nella missiva, “non hanno mai chiuso, né hanno interrotto servizi essenziali, né hanno potuto commutare il supporto fornito in attività da remoto, assicurando la presenza anche negli uffici giudiziari e nelle amministrazioni di riferimento in tutto questo lungo e faticosissimo anno. Le molteplici attività ininterrotte generano ancora oggi, inevitabilmente, una costante esposizione e un continuativo rapporto con le persone interessate, aumentando esponenzialmente il rischio di contagio da virus COVID-19 e le varianti ora in crescente circolazione”.

Nella lettera, si ricorda che resta ferma la volontà di proseguire, “con il massimo senso di responsabilità”, l’attività quotidiana al servizio dei cittadini, ma anche che la preoccupazione per il contagio è crescente.

La stessa preoccupazione che ha espresso Alberto Oliveti, Presidente dell’AdEPP (Associazione degli enti di previdenza privatizzati), anch’egli convinto che si debba garantire ai professionisti una corsia preferenziale nella campagna di vaccinazione, in considerazione delle “funzioni di rilevanza pubblica e sociale” che svolgono.

Il Presidente dell’AdEPP ha sottolineato che, nel panorama dell’occupazione indipendente, ci sono alcuni soggetti “che rischiano perfino la destituzione se abbandonano la propria sede di lavoro in caso di pandemia, eppure attualmente non hanno alcuna priorità nelle vaccinazioni”. Oliveti fa l’esempio dei notai, “che per legge devono espletare le loro funzioni anche in caso di malattie contagiose o epidemiche”, ma più in generale il riferimento è a “tutti i professionisti che, con la loro opera, assicurano la tutela e la realizzazione di diritti costituzionali”.

Nei giorni scorsi, lo stesso appello era arrivato anche da Nunzio Luciano, Presidente della Cassa forense, che ha fornito i numeri dell’impatto dell’epidemia sugli avvocati: ad oggi sono oltre 11 mila gli iscritti alla Cassa forense che hanno contratto direttamente la malattia o che sono stati costretti all’isolamento per contatti a rischio.

Pur con l’attuazione delle procedure precauzionali previste dal Governo, inclusa la riduzione degli accessi presso gli uffici e le aule di udienza, i palazzi di giustizia, ha rimarcato Luciano, sono frequentati quotidianamente da centinaia di persone e “spesso, in questi mesi, si sono rivelati focolai di trasmissione del virus”.