La sospensione dei versamenti al 16 marzo è un’esigenza operativa e ineludibile; è necessario individuare criteri per le scadenze successive

Di Enrico ZANETTI

Il Ministro dell’Economia Gualtieri ha annunciato che il Governo sta mettendo a punto, anche con il coinvolgimento delle opposizioni, misure che posticiperanno “una serie di adempimenti fiscali” e sospenderanno i “versamenti tributari e contributivi”, con particolare riguardo alle “aziende e lavoratori autonomi con riduzione del livello di attività e di fatturato con conseguente impatto sulla liquidità”.
L’annuncio è sicuramente un fatto positivo, che segue a stretto giro la pressante richiesta avanzata congiuntamente da Consiglio nazionale dei Commercialisti, Confindustria e Rete Imprese.

Sospendere da subito e per un congruo periodo tutti i versamenti tributari e contributivi di tutte le imprese e di tutti i lavoratori autonomi sarebbe sicuramente la soluzione più semplice, più gradita e, date le drammatiche circostanze, probabilmente anche più giusta, ma è evidente che, nell’istante in cui non esistono più zone rosse ed è l’intero territorio nazionale a trovarsi nelle medesime condizioni, sospendere tutto a tutti dappertutto si tradurrebbe in un carico semplicemente insostenibile sul piano finanziario.

Una insostenibilità che non ha nulla a che vedere con i vincoli europei, ma con le disponibilità di cassa per pagare le pensioni e gli stipendi, tra gli altri, dei tanti medici e infermieri in prima linea nell’emergenza.
Tuttavia, si può fare molto e si deve fare molto.
Certamente la sospensione generalizzata di tutti i versamenti in scadenza il 16 marzo è una esigenza operativa che deve essere assecondata.

Al netto eventualmente delle strutture aziendali di maggiore dimensione, dove lo smart working è in linea generale una modalità già praticata, tutte le PMI e le microimprese sono nella oggettiva impossibilità di effettuare gli adempimenti e i calcoli prodromici ai versamenti del 16 marzo.
Una impossibilità che vale sia per quelle che gestiscono internamente gli adempimenti amministrativi e contabili, sia, a maggior ragione, per quelle che li affidano esternamente a studi e centri elaborazioni dati che costituiscono a loro volta piccole strutture, alle prese in questi giorni con una totale riorganizzazione del proprio lavoro interno.

Per le scadenze successive, atteso che il realismo poc’anzi ricordato rende evidente l’impossibilità di mantenere oltre il criterio della sospensione di tutto per tutti, è evidente che si rende necessario individuare dei criteri.
Questi criteri possono essere di filiera o quantitativi.
Ad esempio, si può decidere di sospendere tutto solo per gli operatori di determinati settori produttivi (ad esempio, il settore turistico), oppure si può decidere di sospendere tutto solo alle imprese e ai lavoratori autonomi con determinate caratteristiche dimensionali, oppure ancora si può decidere di sospendere a tutti, ma soltanto una parte dei versamenti dovuti, ancorando la quantificazione della parte sospesa a determinati parametri, come ad esempio il calo di fatturato.

Le parole del Ministro Gualtieri sembrerebbero andare in questa direzione.
Ed è indubbio che il meccanismo, tra i tanti possibili, appare più ragionevole e meno complesso di altri, seppur, come tutti i criteri che aspirano a non essere troppo complessi, imperfetto.
Ad esempio, per determinare la sospensione dei versamenti per il mese di marzo in scadenza il 16 aprile, si tratterebbe di confrontare il fatturato del mese di marzo 2020 con quello del mese di marzo 2019 (anche per i trimestrali) e sospendere i versamenti dovuti in modo proporzionale al calo registratosi.
Per i versamenti dei saldi e degli acconti in scadenza a fine giugno, si potrebbe operare il raffronto sulla base dei primi 5 mesi dell’anno e del 2019.

Per chi è disponibile a rendersi conto che sospendere tutto a tutti dappertutto per mesi e mesi non è possibile, è una base di ragionamento da migliorare, ma sicuramente un punto di partenza da accompagnare con altre misure più centrate sull’aspetto fiscale della liquidità, come potrebbero essere la temporanea applicazione obbligatoria (non opzionale) del principio di cassa sia per la liquidazione dell’IVA, sia per l’imponibilità dei fitti attivi di locazione immobiliare.

Di certo, però, senza dimenticare il primo ineludibile passaggio: la sospensione dei versamenti al 16 marzo.