Una buona organizzazione della vita aziendale porta anche a prevenire comportamenti illeciti o non virtuosi

Di Paolo VERNERO

La risposta dell’ordinamento a specifiche forme di criminalità (soprattutto economica) deve rivolgersi non solo alle persone fisiche, ma anche alle persone giuridiche, intese come organismi a struttura articolata, che esprimono ed esternano un proprio indirizzo strategico.

Considerato, infatti, che la commissione di un reato d’impresa non è solitamente frutto di una scelta autonoma del soggetto-persona fisica, ma risulta essere una manifestazione di palese strumentalità al raggiungimento di un obiettivo criminoso della societas, ritenere responsabile oltre che la persona fisica anche l’ente, a vantaggio o nell’interesse del quale questa delinque o delle cui strutture la stessa si avvale per delinquere, appare una scelta equa e coerente.

In questo contesto assume rilievo il DLgs. 231/2001, introduttivo della previsione normativa espressa della responsabilità c.d. “amministrativa” da reato della persona giuridica, responsabilità, di fatto, penale, come pacificamente riconosciuto dalla giurisprudenza (in tal senso Cass. SS.UU. n. 38343/2014).
La possibilità di commettere un reato entra, quindi, a far parte dei rischi con cui l’impresa si trova a interagire.

Diviene, così, essenziale gestire il rischio (risk management); si tratta di un approccio metodologico che ha lo scopo di individuare e valutare tutte le fonti di rischio legate all’attività d’impresa, per poi trattarle e gestirle attraverso gli strumenti più consoni, personalizzandoli a seconda delle esigenze e delle necessita? aziendali, nel rispetto degli obiettivi e delle strategie dell’impresa.

Proprio al fine di supportare i professionisti, le società e gli enti in questa attività “gestoria” atta a prevenire l’insorgenza di situazioni di responsabilità, il Gruppo di studio “Sistema dei controlli societari e DLgs. 231/2001” dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Torino ha deciso di redigere un apposito manuale, giunto alla seconda edizione, che verrà presentato oggi, 5 novembre, presso il Centro Incontra della CCIAA di Torino.

Il tema che ispira l’intera trattazione è quello della “prevenzione mediante organizzazione”.
Ciò significa che una buona organizzazione della vita aziendale conduce anche alla prevenzione di comportamenti illeciti o, in ogni caso, non virtuosi; questo trend è confermato dal recente Codice della crisi (DLgs. 14/2019), il quale, di fatto, porta con sé una “riforma culturale” che muove da una rilevazione a posteriori a una preventiva rispetto all’emersione dello stato di crisi passando da un’ansia punitiva – che pervadeva la normativa regolatrice del diritto fallimentare – a un obiettivo, più al passo con i tempi, incentrato sull’impresa in quanto tale e il suo risanamento, ove ne sussistano le condizioni.

Il volume intende fornire ad aziende e professionisti spunti per individuare soluzioni valide e strumenti concreti utili e funzionali sia per assistere le imprese e gli enti nella costruzione dei modelli organizzativi che per supportare i professionisti negli incarichi di Organismi di vigilanza.

Si dà, inoltre, atto degli aggiornamenti normativi, giurisprudenziali e dottrinari di tematiche attuali, tra cui si annoverano l’introduzione di nuove fattispecie di reato tra quelle già previste dal DLgs. 231/2001 (come il reato di traffico di influenze illecite, le frodi sportive, il nuovo diritto penale dell’ambiente, l’autoriciclaggio, l’evoluzione in corso sui reati tributari), la normativa anticorruzione e i sistemi di gestione certificati.

La nuova edizione viene profondamente innovata anche introducendo nuove tematiche, tra le quali spiccano la disciplina del whistleblowing, i reati commessi all’estero, il diritto comparato e l’inserimento di strumenti operativi di ausilio, soprattutto per l’attività dell’Organismo di vigilanza.
In proposito, particolare rilevanza assume il capitolo sui “Test OdV” che analizza le aree sensibili nell’ambito delle quali possono verificarsi comportamenti suscettibili di integrare i reati-presupposto, abbinando a esse specifici test e check list che l’OdV può prendere in considerazione nello svolgimento della propria attività di verifica sull’adeguatezza e l’efficace attuazione del modello.

Il volume assume, pertanto, la struttura di un manuale tecnico-pratico, caratterizzato da una visione degli argomenti oggetto di trattazione secondo angolazioni differenti grazie all’approccio multidisciplinare del Gruppo di studio “Sistema dei controlli societari e DLgs. 231” e al fattivo contributo dei suoi componenti: commercialisti, accademici, avvocati penalisti e civilisti.