Ordini e CNDCEC si sono confrontati anche su fatturazione elettronica e innovazione tecnologica, equo compenso e comunicazione

Di Michela DAMASCO

Le specializzazioni sono ancora un tema-chiave per il futuro della professione del commercialista, di cui ieri, nella seconda giornata del 2° Forum nazionale dei commercialisti ed esperti contabili, si è ampiamente discusso nel corso dell’incontro-confronto tra Presidenti degli Ordini locali da tutta Italia e il Presidente del CNDCECMassimo Miani, Roberto Cunsolo, Tesoriere con delega a economia e fiscalità del lavoro, e Achille Coppola, Segretario con delega all’attività d’impresa.

Le altre questioni sul tavolo hanno riguardato lo sviluppo della professione nell’era digitale, l’organizzazione degli studi, la necessità di garantire un adeguato compenso alle prestazioni svolte, la comunicazione, il futuro dei giovani.
Non si tratta di argomenti nuovi, ma tornano in primo piano alla luce di novità come la fatturazione elettronica e la tendenza che vede in aumento gli studi individuali e mono-addetti, come emerso dai primi risultati della nuova indagine statistica presentata lunedì dalla Fondazione nazionale commercialisti. Senza dimenticare l’importanza della comunicazione verso l’esterno.

“È vero che la maggior parte delle nostre attività rientra nell’area fiscale – ha esordito la Presidente dell’Ordine di Milano Marcella Caradonna – ma questa è solo la punta di un iceberg. Oggi non siamo ascoltati perché ci considerano «quelli» che inseriscono i dati in un computer, mentre siamo il collante tra il legislatore e la cittadinanza”.

Per Elbano De Nuccio, Presidente dell’ODCEC di Bari, “Forse il gap che dobbiamo colmare è proprio quello comunicativo. Siamo una categoria frustrata perché chiediamo qualcosa e la politica non ci ascolta. Per uscire dall’impasse” si è spesso detto di “puntare sulle specializzazioni, orientarsi verso l’aggregazione degli studi creandone di multidisciplinari, quando invece il trend attuale è opposto e ci deve far riflettere, e capire l’importanza dell’innovazione tecnologica, che è una grossa opportunità, dobbiamo essere preparati”.

Sulla necessità di specializzazioni e aggregazioni il consenso è pressoché unanime. Il tema è particolarmente sentito anche nei territori più difficili: “Non possiamo dimenticare i tanti iscritti che si occupano di contabilità e non riescono a recepire il tema della specializzazione – ha detto il Presidente dell’Ordine di Napoli Vincenzo Moretta –. Gli Ordini oggi hanno il dovere di seguire le linee guida del Consiglio su specializzazioni e aggregazioni, ma dobbiamo ricordare le migliaia di colleghi che vivono in condizioni di difficoltà”.

La digitalizzazione e la fatturazione elettronica possono poi essere opportunità da cavalcare, anche se Carla Saccardi, Presidente dell’Ordine di Lucca, ha sottolineato che “le opportunità andrebbero cercate in altri settori”. Di fronte a certe scelte politiche, comunque, spesso si fa di necessità virtù. “Sulla fatturazione elettronica – ha commentato il Presidente Miani – è vero che ci sono aspetti preoccupanti così come è vero che nel futuro avremo vantaggi, ma il tutto parte da motivi di gettito”.

Puntare sulle specializzazioni significa “mettere in evidenza le caratteristiche e competenze – ha proseguito Miani –. Noi siamo molto altro e in quel molto altro siamo gli unici interlocutori, anche senza esclusive”. Il punto è “creare nuovi spazi di lavoro, l’e-fattura entrerà comunque nel nostro ordinamento e dovremo sfruttarne le potenzialità. Nemmeno a me piace, ma dobbiamo adattarci all’evoluzione del Paese”, anche per quanto riguarda le esclusive: “Nell’ambito degli adempimenti fiscali, è un po’ tardi per riuscire a dire che si tratta di una funzione che può fare solo il commercialista. Ci proveremo, ma la vedo difficile in quel segmento, mi sembra più possibile ad esempio per il tema del bilancio”.
Resta comunque che “equo compenso significa la reintroduzione della tariffe professionali”.

Per quanto riguarda la comunicazione, può essere migliorata, ma è anche vero che spesso ci sono sovrapposizioni: “Sulla riforma Rordorf, ad esempio, il Consiglio doveva essere l’interlocutore del Governo: se si sovrappongono Ordini e associazioni, il nostro interlocutore non capisce cosa vogliamo, perché a volte diciamo cose diverse”. A questo si ricollega l’unità di categoria da tanti invocata: “L’unità deve essere nei fatti – ha sottolineano Miani – il che significa condividere un percorso difficile. Bisognerebbe mettere un po’ da parte i personalismi”.

Per quanto sulla fattura elettronica possano esserci criticità e “l’Agenzia dovrebbe stare a fianco di piccole imprese e piccoli studi – ha aggiunto Cunsolo –, dobbiamo riflettere perché questo è il momento in cui dobbiamo portare a casa il risultato. Il nostro portale, nel rispetto del GDPR, può diventare una base di dati che devono rimanere nell’ambito dei commercialisti”.

“Se il grande obiettivo della categoria è il cambio del modello di business – ha concluso Coppola – dobbiamo integrare l’offerta dei servizi. Stiamo lavorando perché ci sia anche una considerazione penale di chi offende il lavoratore abusando della sua dipendenza economica e non garantendo l’equo compenso”.