Il Consiglio nazionale chiede la sospensione dell’adempimento, mentre i sindacati annunciano «nuove proteste». Ruffini: «Il portale è sicuro»

Di Savino GALLO

Il problema legato alla vulnerabilità del portale “Fatture e corrispettivi” dell’Agenzia delle Entrate, che fino a qualche giorno fa consentiva di visualizzare tutti i dati fatture di un contribuente semplicemente inserendo nel sistema il suo codice fiscale, continua a tenere banco. Ieri, infatti, sono tornati sulla questione sia i rappresentanti nazionali dei commercialisti, Consiglio nazionale da un lato e sindacati dall’altro, che il Direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

“Oggi – hanno spiegato con una nota stampa Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, Consiglieri del CNDCEC delegati alla fiscalità – sono continuati a pervenire al Consiglio nazionale centinaia e centinaia di messaggi dai nostri colleghi e dagli Ordini territoriali che ci segnalano come il portale dedicato allo spesometro potrebbe consentire ancora violazioni della privacy e/o incertezze sulla trasmissione dei dati”. Più o meno la stessa denuncia pervenuta dai sindacati di categoria che, attraverso un comunicato congiunto, parlavano della possibilità che gli accessi indebiti non fossero ancora stati tecnicamente bloccati.

Sul tema, in audizione dinanzi alla Commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, il Direttore delle Entrate Ruffini ha fornito rassicurazioni. Dopo l’intervento tecnico di Sogei, che ha portato alla sospensione del servizio per 3 giorni, “nessun utente – ha spiegato – può visualizzare dati di soggetti dai quali non è stato espressamente delegato dal sistema”.
In realtà, sembra che il problema sia stato risolto parzialmente. Nel senso che, se fino a qualche giorno fa si potevano visualizzare più o meno tutti i dati fattura del contribuente di cui si inseriva il codice fiscale, ora si riesce a vedere “solo” che il contribuente ha inviato (tramite il suo intermediario di fiducia) il file contenente i dati fatture, e la relativa ricevuta, senza poter accedere a quei dati.

Per questo, secondo il Consiglio nazionale c’è bisogno di “fare chiarezza definitiva” sulla questione, magari anche attraverso “un’immediata verifica ispettiva”. Ciò che si augura anche il senatore Roberto Cassinelli, che ha depositato un’interrogazione parlamentare con cui chiede al Governo cosa intenda fare per trovare una rapida soluzione alla criticità riscontrate e appurare eventuali responsabilità sia all’interno dell’Agenzia delle Entrate che in capo a Sogei.

In audizione, Ruffini ha sottolineato di aver richiesto a Sogei “le necessarie informazioni, al fine di poter valutare compiutamente quanto accaduto”. Nel frattempo, però, secondo i commercialisti “l’adempimento va sospeso”, almeno “fino a quando non saranno messi a disposizione mezzi di trasmissione sicuri”.

“In questo quadro che si conferma purtroppo surreale – concludono Gelosa e Postal – appare in ogni caso non più possibile tergiversare. Il Governo comunichi a intermediari e contribuenti una proroga lunga e ragionevole e la sospensione delle sanzioni tout court”.

Entrambe le ipotesi, come confermato due giorni fa dal Viceministro all’Economia Luigi Casero (si veda “Il Governo valuta un’ulteriore proroga per lo spesometro” del 27 settembre), sono sul tavolo dell’Esecutivo e non è escluso possano sopraggiungere già nei prossimi giorni novità, almeno per ciò che riguarda un nuovo slittamento della scadenza del 5 ottobre.

Intanto, il coordinamento sindacale dei commercialisti (formato da ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNAGRACO, UNGDCEC e UNICO) si è detto pronto a “intraprendere nuove e incisive forme di protesta” nel caso in cui non sopraggiungano rapidamente una “presa di posizione forte da parte del MEF” e i chiarimenti di Agenzia delle Entrate e Sogei sulla questione spesometro.

Con il comunicato di ieri, le associazioni ha definito “inaccettabile” quanto accaduto negli ultimi giorni. A partire dal comunicato con il quale l’Agenzia delle Entrate annunciava il nuovo differimento della scadenza al 5 ottobre: “È impensabile – hanno spiegato i sindacati – che il caos del nuovo spesometro si risolva semplicemente concedendo 7 giorni (5 giorni lavorativi) in più per l’adempimento, così come non è credibile da parte dell’Amministrazione finanziaria il tentativo di minimizzare la portata dei problemi che hanno determinato la sospensione del servizio della piattaforma web Fatture e corrispettivi”.