Dal rapporto annuale dell’UIF emerge un aumento dell’utilizzo degli strumenti Fintech per ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari
L’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (UIF) ha pubblicato il Rapporto annuale 2023, dove vengono riportati i risultati delle analisi svolte con riguardo alle segnalazioni di operazioni sospette (SOS), alle aree di rischio, alle attività di controllo svolte nonché un aggiornamento circa il quadro normativo (nazionale e internazionale) di riferimento. Nelle premesse si evidenzia come durante il periodo in esame il trend delle SOS abbia registrato una lieve flessione, dopo la rilevante crescita che aveva contraddistinto i due anni precedenti.
Nel 2023 l’Unità ha ricevuto dai soggetti obbligati 150.418 segnalazioni di operazioni sospette (in calo del 3,2% rispetto al 2022). La diminuzione è principalmente ascrivibile alla categoria banche e Poste, che hanno registrato un decremento del 7,5% delle segnalazioni inviate rispetto all’anno precedente. Lato professionisti, si evidenzia una crescita della collaborazione attiva, soprattutto grazie ai notai e al Consiglio nazionale del Notariato (CNN). Si sottolinea, inoltre, come le comunicazioni trasmesse dalle Pubbliche Amministrazioni abbiano mostrato un significativo aumento, anche “per effetto della costante attività di sensibilizzazione svolta dalla UIF sul ruolo che le stesse possono svolgere nel sistema antiriciclaggio, soprattutto nell’attuale contesto di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
Tra gli operatori non finanziari prosegue il trend crescente del flusso segnaletico riferibile agli operatori in valuta virtuale anche a seguito del maggior numero di segnalanti rispetto all’anno precedente. La distribuzione territoriale delle SOS rispecchia in gran parte quella rappresentata nel 2022, con una forte correlazione con la dimensione economica delle diverse Regioni: il primato in valore assoluto è della Lombardia, con un’incidenza del 18,3% sul totale, seguita dal Lazio e dalla Campania.
Anche per il 2023 è stata confermata la centralità delle aree di rischio rappresentate dagli illeciti fiscali, dall’abuso di fondi pubblici e corruzione e dalla criminalità organizzata. In particolare, sotto il profilo fiscale, accanto ai tradizionali schemi di frode, si evidenziano nuovi espedienti diretti a eludere i limiti e divieti normativi o a rendere sempre più complessa l’intercettazione e la ricostruzione degli illeciti e l’individuazione dei soggetti coinvolti.
Si segnala, inoltre, un utilizzo crescente degli strumenti FinTech, finalizzato principalmente a ostacolare la tracciabilità dei flussi finanziari, sia nell’ambito di fattispecie emergenti che di casistiche tipiche (quali le frodi fiscali e l’abuso di finanziamenti pubblici).