Azioni risarcitorie entro un multiplo del compenso. Il testo ora passa al Senato: si punta a chiudere entro la pausa estiva

Di Savino GALLO

Primo via libera al disegno di legge che limita le azioni di responsabilità nei confronti dei componenti dei collegi sindacali a un multiplo del compenso percepito. Nella giornata di ieri, infatti, la Camera ha approvato all’unanimità la proposta che reca la prima firma di Marta Schifone di Fratelli d’Italia (AC 1276), che ora passa al Senato per l’ok definitivo. L’obiettivo è chiudere la partita prima della pausa estiva, magari con un iter semplificato (assegnazione in sede redigente) proprio in virtù dell’ampia condivisione registrata nell’Aula di Montecitorio.

“Questo provvedimento – ha commentato Schifone nel corso di una conferenza stampa indetta al termine della votazione – è frutto di una fitta interlocuzione con il mondo delle libere professioni e di una volontà politica importante. La norma attuale è ingiusta e squilibrata, perché pone a carico dei sindaci una responsabilità illimitata sia dal punto di vista temporale che economico. Con il disegno di legge poniamo fine a questa stortura”.

Il provvedimento consta di un unico articolo, con cui si va a sostituire integralmente l’art. 2407 del codice civile. La nuova formulazione prevede che, al di fuori delle ipotesi di dolo, i sindaci che violano i propri doveri ne rispondano nei limiti di un multiplo del compenso annuo percepito, secondo i seguenti scaglioni: fino a 10 mila euro, il risarcimento non può essere superiore a quindici volte l’onorario; per i compensi da 10 mila a 50 mila euro, dodici volte; per parcelle maggiori di 50 mila euro, dieci volte il compenso. In più, viene stabilito che l’azione di responsabilità verso i sindaci si prescrive nel termine di cinque anni dal deposito della relazione sul bilancio relativa all’esercizio in cui si è verificato il danno.

Secondo Elbano de Nuccio, Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, la perimetrazione delle responsabilità del collegio sindacale rappresenta “un traguardo storico, un successo per i commercialisti italiani, ma anche per le imprese del nostro Paese e per il sistema economico nel suo complesso”, perché garantisce “maggiore qualità” dell’organo di controllo.

“Per come era scritta – ha spiegato in conferenza stampa –, la norma ha allontanato negli anni le migliori professionalità, deprimendo la qualità dell’organo di controllo, per il timore concreto di essere coinvolti in azioni risarcitorie dall’importante peso non solo economico, ma anche reputazionale. La proposta di legge approvata oggi dall’Aula di Montecitorio garantisce un salto di qualità nei controlli delle nostre imprese, specie quelle medie e piccole, con evidenti effetti positivi per tutto il sistema economico”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Andrea De Bertoldi, Coordinatore della Consulta dei parlamentari commercialisti e cofirmatario del disegno di legge, secondo cui “non è una battaglia di lobby ma fatta nell’interesse delle imprese, sempre più in difficoltà nel trovare professionalità adeguate disposte ad accettare l’incarico”. Per l’esponente di Fratelli d’Italia questa è anche una “risposta al mondo assicurativo, che sempre più spesso non era disposto a coprire il rischio legato a questo tipo di attività, se non con polizze dai costi elevatissimi”.