L’Associazione sindacale realizza dei protocolli per la definizione del rapporto tra studio e giovani tirocinanti e professionisti

Di Savino GALLO

Accrescere l’attrattività della professione in generale, offrendo ai giovani prospettive di crescita chiare e predefinite nel tempo, e degli studi professionali, che negli ultimi anni fanno sempre più fatica a individuare tirocinanti e neo-professionisti da inserire in organico. Con questo obiettivo, l’UNGDCEC ha lanciato il progetto “Percorso professionale certo”, presentato ieri nel corso di un webinar.

Il progetto consiste nella realizzazione di due protocolli che i singoli studi professionali saranno liberi di adottare per la definizione del rapporto con i giovani, uno durante il periodo di tirocinio, l’altro dopo l’iscrizione all’albo. “Le nuove generazioni – ha spiegato Francesco Cataldi, Presidente dell’Unione – rappresentano una risorsa preziosa, che può contribuire in modo significativo al successo degli studi. È fondamentale sfatare il mito che le giovani leve siano una minaccia alle gerarchie esistenti, ma piuttosto concepirle come un patrimonio di competenze e idee”.

I protocolli, ha aggiunto Michela Boidi, Consigliera dell’Unione, intendono “promuovere un ambiente di lavoro inclusivo, in cui le idee e le competenze dei tirocinanti e dei neoabilitati siano riconosciute come un valore aggiunto, favorendo la fidelizzazione del giovane collega, attraverso un sistema di incentivi e riconoscimenti basato sulle performance e il contributo individuale. Inoltre, gli studi che sceglieranno di adottare questo progetto potranno essere agevolati nell’attrazione di giovani professionisti motivati, fornendo loro delle garanzie sul tipo di formazione e sul percorso professionale che potranno intraprendere”.

Il primo protocollo, dedicato al tirocinio, prevede una fase iniziale e una avanzata. Durante la prima (primo anno) bisognerà permettere al giovane di acquisire le conoscenze di base su tutte le principali attività, collaborare con i colleghi nella gestione delle pratiche, sviluppare competenze nel rapporto con i clienti e partecipare a corsi di formazione interni ed esterni. In questa fase, si prevede un “compenso competitivo” compreso tra gli 800 e i 1.000 euro (per il tirocinio a tempo pieno), da riconoscersi preferibilmente come borsa di studio.

Nella fase avanzata, invece, il tirocinante dovrà essere messo nelle condizioni di approfondire le sue competenze, partecipare a progetti complessi e assumere maggiori responsabilità nella gestione della clientela. La retribuzione verrà incrementata (almeno il 10% in più rispetto al primo anno), con l’aggiunta di eventuali bonus basati su performance e contributi significativi ai progetti di studio. In più, scrive l’Unione, potrebbero essere previsti ulteriori benefit, come ad esempio la pre-iscrizione alla Cassa dei dottori commercialisti: in questo caso, lo studio si dovrebbe far carico del versamento del contributo fisso annuale, scegliendo una delle tre opzioni che offre l’ente (679, 1.362 o 2.723 euro).