L’ADC pubblica un vademecum sui compensi consigliati: 250 euro per la compilazione del modello, 400 per la valutazione della proposta

Di Savino GALLO

Per gli adempimenti relativi al concordato preventivo biennale il commercialista potrà richiedere un compenso complessivo di 650 euro, ulteriormente incrementabile in caso di accettazione della proposta pervenuta dal Fisco. È questo l’onorario consigliato dall’Associazione dottori commercialisti, che ieri ha pubblicato un apposito Vademecum sui compensi, a integrazione di quello già realizzato e aggiornato annualmente dall’ANC.

Il documento, infatti, non si sofferma su tutte le attività svolte dagli iscritti all’albo, ma solo su quegli adempimenti su cui, per novità e complessità, è difficile orientarsi ai fini della determinazione del compenso. L’obiettivo, lungi dal voler reintrodurre surrettiziamente la tariffa professionale, è quello di offrire punti di riferimento più aggiornati ed evoluti rispetto agli unici a oggi disponibili, ovvero i parametri del DM 140/2012.

La novità principale riguarda proprio il concordato preventivo biennale, che debutterà quest’anno e che minaccia di incidere anche sui costi sostenuti dai professionisti per l’adeguamento dei propri programmi informatici (alcune case di software avrebbero già fatto pervenire richieste di aumento).

L’Associazione guidata da Maria Pia Nucera suddivide l’adempimento in due distinte attività: la prima, spiega, è qualificabile come assistenza tributaria, consistente nella compilazione del modello ISA (che andrà remunerata a parte) e nella compilazione e trasmissione del modello CPB, per cui si potrà richiedere un compenso di 250 euro. La seconda, invece, sarà una vera e propria consulenza. Il commercialista dovrà valutare la convenienza della proposta e per farlo sarà chiamato a elaborare previsioni economiche sul biennio di attività del proprio cliente. Per questo si prevede un onorario di 400 euro, ma in caso di adesione al concordato, l’ADC consiglia di parametrare il compenso al reddito imponibile proposto, con una percentuale variabile dall’1 al 3%.

Il documento si sofferma poi sulla rendicontazione di sostenibilità, ambito relativamente nuovo su cui i commercialisti stanno investendo molto nell’ottica di creare nuovi sbocchi professionali (l’attività è stata inserita anche nella bozza di riforma della legge ordinamentale tra le competenze tipiche degli iscritti). Tale rendicontazione, spiega l’ADC, prevede normalmente un ciclo triennale, quindi gli onorari indicati sono da considerarsi al 100% per il primo anno e al 50% per il secondo e il terzo. I compensi per le diverse attività previste (audit iniziale, sviluppo della strategia, analisi di materialità, stesura del report, ecc.) sono suddivisi per classi di fatturato dell’impresa cliente. Per quelle sotto i 10 milioni, ad esempio, si va dai 1.500 ai 4 mila euro, ma si possono superare anche i 12 mila euro in caso di aziende con fatturati oltre i 100 milioni.

Il compenso per la consulenza nell’elaborazione del MOG (modello di organizzazione, gestione e controllo) deve essere calcolato su base oraria, a partire da 150 per ora o frazione di ora, mentre l’onorario per l’attività di membro dell’organismo di vigilanza sarà parametrato all’ammontare delle attività e dei componenti positivi di reddito: da un minimo di 500 euro a un massimo di 2 mila più 250 euro ogni milione o frazione ulteriore se attività e componenti positivi superano i 10 milioni di euro.