Commercialisti: «Misure positive ma servono ulteriori modifiche»

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Ci saranno due settimane di tempo in più per comunicare al Fisco l’eventuale adesione alla proposta di concordato preventivo biennale. Lo schema di decreto legislativo approvato ieri in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, che introduce disposizioni integrative e correttive per il regime di adempimento collaborativo, razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari e concordato preventivo biennale, fissa al 15 luglio la scadenza per il rilascio dei software per i forfetari, e porta al 31 ottobre (dall’attuale 15 ottobre) il termine per aderire al concordato che, in ogni caso, potrebbe essere strutturato con una proposta più bassa al primo anno per poi arrivare alla cifra piena nel secondo. Inoltre, il decreto rivede il calendario degli adempimenti fiscali.

Lo ha annunciato, al termine del CdM, il Viceministro all’Economia, Maurizio Leo, che ha illustrato con una nota le varie misure contenute nel provvedimento, il quale interviene su “adempimenti e versamenti, con una ridefinizione dei termini per la presentazione delle dichiarazioni fiscali e dei relativi versamenti, con un ulteriore potenziamento della precompilata e del cassetto fiscale”.

L’obiettivo, ha sottolineato, è quello di “migliorare ulteriormente il rapporto di fiducia tra Amministrazione finanziaria e contribuente” e, in quest’ottica, il Viceministro ha annunciato che non ci saranno “sanzioni per le imprese che ammettono, in via preliminare, eventuali violazioni con il Fisco. Resta inteso che, nei casi di frode, non ci sarà nessuno sconto sulle somme dovute allo Stato”. Nella stessa direzione anche l’ulteriore chiarimento in merito al redditometro, che “non esiste più. Al suo posto è stato introdotto il nuovo accertamento sintetico 2.0, uno strumento che andrà a contrastare i grandi evasori in maniera chirurgica”. L’intenzione è quello di “migliorare il provvedimento in sede d’esame parlamentare del decreto correttivo con il contributo di tutti”.

Auspicio condiviso dal Consiglio nazionale dei commercialisti che, pur parlando di “misure apprezzabili” su cooperative compliance, concordato preventivo biennale e adempimenti fiscali, chiede “ulteriori modifiche migliorative nel percorso di esame del provvedimento in Parlamento”. Tra le misure giudicate positivamente la non applicabilità delle sanzioni penali connesse al reato di dichiarazione infedele e delle sanzioni amministrative per coloro che si dotano volontariamente del tax control framework certificato da un commercialista o da un avvocato. “Novità quanto mai opportune – ha commentato il Presidente Elbano de Nuccio con una nota stampa – per rendere ancora più efficace il regime”.
Si segnala al riguardo che, stando al comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, sarà introdotta invece una sanzione, fino alla sospensione dalla facoltà di rilasciare la certificazione tributaria per un periodo da uno a tre anni, per i professionisti nel caso in cui la certificazione del sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale (il Tax control framework, appunto) sia infedele.