Per rendere omogenei i due set di standard, l’indice illustra come i requisiti di informativa e le richieste di dati di ogni indicatore si relazionano tra loro

Di Alain DEVALLE e Giorgia LA BARBERA

L’informativa sulla sostenibilità richiede l’utilizzo di standard universalmente riconosciuti. Il tema degli standard è molto variegato, ma, estremizzando, può essere ridotto a due set principali.

Da un lato vi sono gli European Sustainability Reporting Standard (ESRS) che sono stati introdotti dalla CSRD, originariamente obbligatori solo per alcune tipologie di imprese, ma previsti anche per le imprese non obbligate (si veda “Principi di rendicontazione ad hoc per il report di sostenibilità di PMI e microimprese” del 6 maggio 2024).
Dall’altro lato vi sono invece gli standard finora più utilizzati, ovvero i Global Reporting Initiative (GRI), per la rendicontazione non finanziaria e per coloro i quali abbiano redatto per facoltà il bilancio di sostenibilità (o bilancio ESG).

Al fine di rendere omogenei i GRI e gli ESRS è stato pubblicato un “Indice di interoperabilità GRI-ESRS”, che illustra il modo in cui i requisiti di informativa e le richieste di dati di ciascun indicatore si relazionano tra loro, sottolineando l’elevato grado di comunanza già raggiunto e gettando solide basi per la costruzione di una tassonomia digitale reciproca.

Tra le differenze nei due corpi di principi si richiama la definizione di materialità: nel caso di ESRS si fa riferimento alla doppia materialità (sia d’impatto, sia finanziaria), mentre nel caso dei GRI la materialità è focalizzata su quella d’impatto.

Inoltre, gli ESRS hanno una stretta correlazione con la Tassonomia dell’Unione europea.
La CSRD, come precedentemente indicato, stabilisce che i soggetti che saranno obbligati a redigere il report sulle informazioni relative alla sostenibilità dovranno utilizzare gli standard di rendicontazione ESRS. Allo stato attuale, gli ESRS sono definiti per le società obbligate a partire dal 1° gennaio 2024, mentre sono in bozza le versioni per le società non quotate e per le società che potranno utilizzarli in forma volontaria.

Gli ESRS sono suddivisi nelle seguenti categorie:
– ESRS trasversali;
– ESRS tematici (ambientali, sociali e di governance);
– ESRS settoriali.