Lo schema di decreto di revisione della disciplina doganale e del sistema sanzionatorio in materia di accise tocca anche società ed enti

Di Maria Francesca ARTUSI

Lo schema di decreto in materia di dogane e accise, che deve dare attuazione alla riforma fiscale ed è stato approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri il 26 marzo, interessa anche la responsabilità “penale” delle persone giuridiche.
La legge delega n. 111/2023 aveva, infatti, richiesto al Governo l’integrazione del DLgs. 231/2001 con i reati previsti dal Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi, di cui al DLgs. 504/1995, prevedendo l’applicazione di sanzioni amministrative effettive, proporzionate e dissuasive anche nei confronti degli enti collettivi, nel cui interesse e vantaggio viene commesso un illecito.

Pertanto – stando alle bozze di schema circolate e alla relativa relazione illustrativa – in linea di continuità con quanto già stabilito per altri comparti tributari, viene integrato l’art. 25-sexiedecies del DLgs. 231/2001, che prenderà dunque in considerazione anche la commissione dei reati previsti dalle disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’Unione, di cui al decreto legislativo emanato ai sensi degli artt. 11 e 20 della L. 111/2023 e dal DLgs. 504/1995.

Va ricordato, innanzitutto, che tale art. 25-sexiesdecies è stato introdotto dal DLgs. 75/2020, che ha seguito l’inserimento dei reati tributari tra i reati presupposto “231” avvenuto a opera del DL 124/2019 (art. 25-quinquiesdecies del DLgs. 231/2001). La disposizione riguardava, nella versione originaria, unicamente i reati di contrabbando che, peraltro, vengono in parte revisionati dallo schema di decreto in esame (Allegato 1 allo schema).

Si inseriscono, inoltre, i reati di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici e sulle bevande alcoliche, quelli legati alla fabbricazione clandestina di alcool e bevande alcoliche, sull’alterazione di congegni, impronte e contrassegni prescritti dall’Amministrazione finanziaria o apposti dalla Guardia finanza e sulle deficienze ed eccedenze nel deposito e nella circolazione dei prodotti soggetti ad accisa.