I principi di rendicontazione sulla sostenibilità hanno introdotto due fondamentali disclosure che riguardano gli IRO e la doppia materialità

Di Paolo VERNERO e Pier Paolo BALDI

Le PMI e le professioni economico-contabili sono sempre più coinvolte dalle tematiche ESG. Ne sono un esempio la CSRD, la nuova direttiva sul Corporate Reporting, e gli ESRS, i principi di rendicontazione sulla sostenibilità: una sfida per aziende e professionisti, ma anche un’opportunità.
Questo è lo scenario che viene rappresentato nel recente lavoro del CNDCEC “Sostenibilità, governance e finanza d’impresa. Impatto degli ESG con particolare riferimento alle PMI”.

Nel documento viene approfondita l’evoluzione dei sistemi di “governance della sostenibilità” rappresentando che le due principali tematiche trattate, la “governance” e la “finanza”, si muovono nella stessa direzione e hanno finalità convergenti:
– da un lato vi sono le innovazioni sugli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili (assetti OAC), funzionali anche a una gestione aziendale coerente con la regolamentazione degli stakeholder che con l’azienda si relazionano, a iniziare dagli istituti bancari, e che vede come minimo comune denominatore la trasparenza e l’intelligibilità dell’informativa di bilancio;
– dall’altro vi è la gestione dei “sustainable risks” che possono avere un impatto finanziario sull’impresa e la cui gestione, o prevenzione, passa proprio attraverso un corretto assetto della governance.

Le due tematiche sono quindi strettamente connesse e nel documento vengono rappresentate le molteplici esigenze alle quali le imprese devono rispondere per operare efficacemente nel mercato e nei rapporti con il sistema creditizio.
Tali esigenze traggono spunto dalle analisi dei rischi che evidenziano, nel medio e nel lungo periodo, la netta rilevanza dei rischi di carattere climatico-naturale e sociale che, se non adeguatamente gestiti, possono avere un impatto finanziario sulle aziende e sulla loro capacità di rimborsare i prestiti.
È per questo motivo che gli istituti di credito sono tra i primi soggetti interessati a valutare il modo in cui le imprese analizzano, monitorano e gestiscono tali rischi, tanto da incidere sul “merito creditizio” e sulla concessione dei finanziamenti. Le banche infatti, a loro volta, hanno obblighi di rendicontazione che sono dettati dalla Banca d’Italia, dall’EBA (European Bank Authority) e dall’ESMA (European Security Market Authority), che hanno previsto diversi indici di valutazione delle performance bancarie volti a ridurre il rischio di credito.