La prossima settimana il TAR si esprimerà sulle misure cautelari. Intanto domani il MEF potrebbe posticipare il termine

Di Savino GALLO

Il prossimo martedì 21 giugno potrebbe essere una giornata decisiva per conoscere le sorti dell’adempimento che impone la presentazione, entro il 30 giugno, dell’autodichiarazione relativa agli aiuti di Stato. In quella data, infatti, dinanzi al TAR del Lazio si discuterà la richiesta di sospensione cautelare collegata al ricorso presentato da cinque associazioni sindacali dei commercialisti (AIDC, ANC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC) e circa una trentina tra professionisti e contribuenti.

Questi ultimi hanno impugnato, chiedendone l’annullamento, il provvedimento n. 143438 del 27 aprile scorso, con cui l’Agenzia delle Entrate definiva contenuto, modalità e termini di presentazione della dichiarazione sostitutiva di atto notorio prevista in attuazione del DM 11 dicembre 2021 (si veda “Ricorso al TAR contro l’autodichiarazione sugli aiuti di Stato” dell’8 giugno 2022).

Secondo i ricorrenti si tratterebbe di un adempimento illegittimo, perché vengono chiesti dati già in possesso della Pubblica Amministrazione, in spregio a quanto stabilito dallo Statuto del Contribuente. In più, ci sarebbe anche un eccesso di potere da parte dell’Agenzia, che avrebbe predisposto un modello di autodichiarazione troppo complesso, contravvenendo alle disposizioni del MEF, che nel suo decreto aveva parlato di una dichiarazione “sintetica”.

Assieme al ricorso, veniva presentata istanza di sospensione cautelare del provvedimento, anche sotto forma di misure cautelari monocratiche, ex art. 56 del Codice di procedura amministrativa. Quest’ultima richiesta è stata respinta dalla sezione Seconda Ter del Tribunale amministrativo laziale che, con un decreto depositato lo scorso 8 giugno, fissava la Camera di consiglio per la trattazione collegiale dell’istanza cautelare al 5 luglio.

Considerato che l’udienza si sarebbe tenuta dopo la scadenza del 30 giugno (al netto della sempre più probabile proroga alla seconda metà di ottobre, che potrebbe essere ufficializzata domani dal MEF), i ricorrenti hanno presentato un’ulteriore istanza, questa volta finalizzata all’abbreviazione dei termini e all’anticipazione dell’udienza camerale a una data precedente lo spirare del termine dell’adempimento. Una richiesta, quest’ultima, accolta dal Tribunale amministrativo, che ha deciso di spostare la Camera di consiglio al prossimo 21 giugno.