Dalle Linee guida di Confindustria alcuni strumenti per l’avvio del processo di integrazione della sostenibilità nel modello di business aziendale
Nel giugno scorso Confindustria ha rilasciato la versione aggiornata del documento intitolato “Linee guida per la costruzione dei Modelli di organizzazione, gestione e controllo, ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231”. Tra le novità introdotte (si veda anche “Approccio integrato al rischio per i modelli 231” del 30 giugno 2021), spicca il capitolo 7 della Parte II, dedicato alla comunicazione delle informazioni non finanziarie.
Il DLgs. 254/2016, in recepimento della Direttiva 95/2014/Ue, richiede che talune grandi imprese (ossia gli enti di interesse pubblico con un numero di dipendenti superiore a 500 e che superano almeno uno dei seguenti limiti dimensionali: totale dello Stato patrimoniale superiore a euro 20.000.000; totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiore a euro 40.000.000; che sono società madri di un gruppo di grandi dimensioni, vale a dire costituito da una società madre e una o più società figlie che, complessivamente, su base consolidata, presentano i requisiti di cui al precedente punto) redigano la dichiarazione di carattere non finanziario (DNF) contenente informazioni su temi rilevanti quali l’ambiente, il sociale e quanto attinente al personale, al rispetto dei diritti umani e all’anticorruzione.
Dette informazioni devono essere fornite in misura tale da comprendere l’andamento, i risultati e l’impatto dell’attività di impresa e comunque in ogni caso devono esservi alcune informazioni minime predeterminate.
Nel mondo delle PMI, che caratterizzano oltre il 90% del tessuto imprenditoriale, la rendicontazione di sostenibilità non è ancora regolamentata da obblighi di legge, ma si spera in un processo evolutivo che porti tali realtà a una nuova prospettiva volta a una logica di maggior competitività e di miglioramento dei rapporti con i propri stakeholder. Il Gruppo Tecnico RSI Confindustria – GBS, Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale – Piccola Industria ha elaborato le Linee guida per “La rendicontazione di sostenibilità per le PMI”, nelle quali sono delineati alcuni strumenti utili per l’avvio del processo di integrazione della sostenibilità nel modello di business aziendale.
Attraverso questa guida, ogni azienda potrà approfondire e utilizzare alcuni strumenti per la rendicontazione non finanziaria e, soprattutto, per avviare una mappatura delle proprie esigenze e opportunità di business per competere al meglio nei mercati nazionali e internazionali. La sostenibilità aziendale e la conseguente integrazione delle informazioni non finanziarie nel bilancio d’impresa “consentono all’imprenditore, da un lato, di gestire proattivamente gli impatti positivi e/o negativi generati dal business aziendale sul capitale sociale, economico ed ambientale, e dall’altro, di rispondere alle richieste provenienti dal mercato, dagli investitori, dalle istituzioni e dai consumatori”.
Tali Linee guida vogliono dunque favorire il percorso di avvicinamento alla rendicontazione non finanziaria da parte delle PMI, su base volontaria e con un approccio graduale, attraverso un approccio “rendicontativo semplificato” con consapevolezza sulle aree tematiche e sugli indicatori a tal fine rilevanti. Tra i principali benefici ottenibili tramite la rendicontazione non finanziaria vi possono essere ad esempio: accesso più agevole ai rapporti con la Pubblica Amministrazione, miglior accesso al mercato del credito e alle risorse finanziarie, sviluppo di una filiera sostenibile (sia con i propri fornitori che come fornitori); supporto dai propri stakeholder chiave, miglioramento dell’immagine e brand reputation.
“I temi di sostenibilità possono produrre, pertanto, effetti considerati «financially material» ovvero che impattano concretamente sui risultati economico-finanziari dell’azienda, sulla sua posizione competitiva, sul processo di creazione di valore nel lungo periodo e, sovente, sulla continuita? aziendale”. Tra questi si possono annoverare a titolo esemplificativo i rischi attinenti all’ambiente, al sociale, al personale, alla corruzione, ai diritti umani, alla compliance e alla catena di fornitura.
La rendicontazione delle informazioni non finanziarie può dunque rappresentare uno strumento per il monitoraggio di tali rischi, misurandone il livello di probabilità e il relativo impatto, nonché per realizzare le azioni specifiche per mitigarli.