L’intelligenza artificiale agevola le operazioni ripetitive aumentando la produttività degli studi e il tempo da dedicare a nuove attività

Di Paolo BIANCONE, Davide CALANDRA e Paolo MESSINA

Secondo le ultime rilevazioni della banca dati PwC e World Bank, in media il pagamento delle imposte in Italia richiede 238 ore all’anno per azienda.
Notevole è anche il monte ore annuale richiesto per il pagamento di contributi e oneri sociali per lavoratori dipendenti, stimato in 169 ore, mentre le ore dedicate per il pagamento delle imposte aziendali sono 39 e 30 quelle impiegate per il pagamento dell’imposta sui consumi.
Seppur nettamente migliorato da dieci anni a questa parte (nel 2008 le ore erano 314), il dato risulta essere superiore rispetto alla media mondiale (233 ore) e, soprattutto, nettamente più alto rispetto al dato europeo pari a 160 ore.
Dati simili sono riscontrabili in altri Paesi come il Portogallo, il Messico, lo Yemen, solo per citarne alcuni.

Quanto al costo degli adempimenti, è possibile fare riferimento ai dati della Fondazione nazionale dei commercialisti che stima il peso della burocrazia fiscale in 10.000 euro all’anno per impresa.

La sfida è dunque ridurre il tempo necessario ad adempimenti routinari e a basso valore aggiunto.
In tal senso, la tecnologia può essere un’alleata vincente: gli algoritmi intelligenti possono fornire un’ottima soluzione per limitare le ore impiegate nelle attività fiscali a basso valore aggiunto.

Quando un’azienda è seguita da un professionista, questo “fardello” di adempimenti diventa molto problematico per lo studio perché, da un lato, limita il numero di clienti e, dall’altro, la scalabilità dei servizi.
In poche parole, costringe lo studio a un numero limitato di attività a basso margine, impedendone la crescita.
Studi scientifici attestano che l’intelligenza artificiale agevola le operazioni ripetitive come la verifica dei pagamenti effettuati nei confronti delle autorità fiscali e aiuta i professionisti nel calcolo degli importi dovuti, aumentando la produttività dei dipendenti degli studi professionali del 60% (cfr. “Usage and Impact of Artificial Intelligence on Accounting: Evidence from Malaysian Organizations”, Asian Journal of Business and Accounting, 2020).

Tra le principali potenzialità delle applicazioni che l’intelligenza artificiale potrà fornire si possono ricordare: la semplificazione delle procedure interne degli studi per la gestione dei regimi forfetari e delle relative dichiarazioni dei redditi, la semplificazione per la gestione dei regimi ordinari utilizzando applicazioni automatiche che possano scaricare automaticamente le fatture inviate tramite lo SdI, per l’inserimento in contabilità e il successivo calcolo del carico fiscale (uno dei progetti implementati dai professionisti iscritti al nostro nuovo corso https://go.innodemia.com/corso-ai-commercialisti).

I principali ostacoli ai progetti di automazione sono la carenza di competenze, la resistenza del personale e un errore di valutazione dei costi e dei ritorni dell’investimento.

Per calcolare correttamente il ritorno d’investimento gli studi professionali debbono considerare che l’investimento ha un orizzonte temporale di almeno 5 anni e che è caratterizzato da due componenti, costi strutturali e costi variabili.
I costi strutturali sono l’acquisizione di tecnologia e licenze, la formazione del personale e la migrazione dei dati, ove necessaria; i costi variabili sono legati all’effettivo volume di operazioni automatizzate e può variare molto da studio a studio.
Per le applicazioni più sofisticate il break even time si aggira dagli 8 ai 18 mesi.
A partire da questo momento il costo di molte automazioni rappresenta il 20-40% del valore commerciale risparmiato o creato.