Per l’UNGDCEC si potrebbe invocare la causa di non punibilità per escludere sanzioni e interessi. Oggi i sindacati annunceranno le azioni di protesta

Di Savino GALLO

I contribuenti che non dovessero riuscire a pagare le imposte nei termini potrebbero appellarsi alla “causa di forza maggiore” prevista dall’art. 6, comma 5 del DLgs. 472/97, prendendosi di fatto quella proroga che il Governo, dopo il primo rinvio di 20 giorni, non ha voluto concedere.

Il suggerimento arriva dall’Unione nazionale dei giovani commercialisti, che aveva invocato tale causa di non punibilità anche in altre circostanze. “La nozione di forza maggiore, in materia tributaria e fiscale, comporta la sussistenza – spiega il sindacato guidato da Matteo De Lise – di un elemento oggettivo, relativo alle circostanze anormali ed estranee all’operatore e di un elemento soggettivo, costituito dall’obbligo dell’interessato di premunirsi contro le conseguenze dell’evento anormale, adottando misure appropriate senza incorrere in sacrifici eccessivi: tutto facilmente dimostrabile in questo periodo”.

In questo modo, i contribuenti che non hanno versato ieri e che non lo faranno nemmeno entro il 20 agosto (con la maggiorazione della 0,4%) potrebbero quantomeno, secondo l’Unione, evitare l’applicazione di sanzioni e interessi.

Intanto, anche ieri, gli esponenti dell’Esecutivo hanno difeso la scelta di non procedere con un’ulteriore proroga dei termini per forfetari e soggetti ISA, formalmente giustificata dalla necessità di avere delle stime certe per poter poi stilare la Nota di aggiornamento al DEF da presentare entro settembre (si veda “Forfetari e soggetti ISA alla cassa, commercialisti pronti allo sciopero” del 20 luglio).

Lo ha ribadito Antonio Misiani, secondo cui “bisogna anche iniziare a dire che le imposte vanno pagate perché servono a finanziare i servizi essenziali”. Il Viceministro al MEF si è detto convinto che “le partite IVA non stiano peggio degli altri. Abbiamo già concesso rinvii, aiuti e sgravi, dunque presentarci come arcigni nemici dei contribuenti è una caricatura”. Per la Sottosegretaria Castelli “bisogna fare attenzione a tenere tutto in equilibrio, stiamo facendo un altro scostamento da 20 miliardi di euro, arriveremo a 100 miliardi. Credo si debba tenere un equilibrio, non è facile fare certe scelte, a un certo punto si deve scegliere”.

Motivazioni che non hanno convinto i commercialisti. Oggi, i sindacati di categoria terranno una conferenza stampa al Senato in cui si spiegherà perché la proroga al 30 settembre fosse necessaria, annunciando le misure di protesta che si intenderanno adottare, a partire dalla possibile indizione di un nuovo sciopero.

Non è mancata, però, la risposta a Misiani. In una lettera aperta indirizzata al Viceministro, le nove associazioni sindacali di categoria (ADC, AIDC, ANC, ANDOC, FIDDOC, SIC, UNAGRACO, UNGDCEC, UNICO) hanno sottolineato che la mancata proroga “dà la misura della distanza che separa l’Esecutivo dalle forze produttive di questo Paese e dalle esigenze di chi lavora: tenere sul tavolo 358 provvedimenti di attuazione da emanare significa non concedere neanche una certezza a chi si chiede cosa sarà della sua attività nel prossimo autunno, che non sarà caldo, ma bollente”.

Una posizione condivisa anche da tutte le altre professioni, che hanno deciso di appoggiare apertamente la protesta dei commercialisti. In un comunicato stampa diffuso ieri, il Comitato unitario delle professioni e la Rete delle professioni tecniche hanno ricordato che il rinvio delle scadenze fiscali “è solo l’ultima proposta delle professioni non accolta dal Governo, nonostante le aperture registrate durante gli Stati Generali dell’Economia”.

Secondo Marina Calderone, Presidente del CUP, e Armando Zambrano, Coordinatore della RPT, senza la ripartenza dell’economia e con la scadenza delle tutele messe in campo dal Governo, potrebbe scoppiare a breve “un’emergenza sociale”. Per scongiurarla, il Governo deve “ascoltare chi conosce il tessuto produttivo del Paese, le sue difficoltà e ha le idee per favorire le vere semplificazioni”.