L’Autorità ha precisato il senso del parere, negativo, espresso nei giorni scorsi

Di Redazione EUTEKNE

Dopo la diffusione del parere, negativo, del Garante sullo schema di provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate che dovrebbe aggiornare le regole per l’emissione e la ricezione delle fatture elettroniche al fine di tener conto delle disposizioni in tema di memorizzazione integrale dei file XML (si veda “Parere negativo del Garante sulla memorizzazione integrale delle e-fatture” dell’11 luglio 2020), sono sorte alcune polemiche in ordine al fatto che l’Autorità avesse inteso criticare l’intero sistema della fatturazione elettronica e deprimere le potenzialità insite in tale strumento.

Il Garante, sollecitato da tali prese di posizione, ha ritenuto di precisare che le sue valutazioni non concernevano il sistema di fatturazione elettronica (in ordine al quale si era già espresso favorevolmente in passato), quanto piuttosto “le innovazioni con le quali il legislatore – e, conseguentemente, l’Agenzia delle Entrate – ha esteso l’utilizzo, a fini di controllo, di ulteriori dati ricavati dalle fatture elettroniche, non fiscalmente rilevanti”.

La memorizzazione integrale del file e, conseguentemente, dei c.d. “dati fattura integrati”, comporta la conservazione di informazioni che, pur non rilevando ai fini fiscali, possono invece rivelare dati di natura sanitaria o concernenti gli eventuali procedimenti penali cui il soggetto potrebbe essere sottoposto.
Si tratta di una mole di dati estremamente rilevante (sono circa 2 miliardi le fatture emesse annualmente), che concernono le abitudini e le tipologie di consumo, ma anche, ad esempio, la regolarità dei pagamenti o l’appartenenza a particolari categorie di soggetti.

L’estensione del numero di dati trattati dall’Amministrazione finanziaria si porrebbe in contrasto con il “principio di proporzionalità su cui si basano l’ordinamento interno ed europeo”. Tale sistema, a giudizio del Garante, “ingolfa le banche dati dell’Agenzia delle Entrate”, configurando un sistema di controllo “irragionevolmente pervasivo della vita privata di tutti i contribuenti, senza peraltro migliorare il doveroso contrasto dell’evasione fiscale”.

Per questo motivo l’Autorità ha richiesto, sin dall’esame parlamentare dell’art. 14 del DL 124/2019, “un supplemento di riflessione”, essendo sproporzionata l’estensione della memorizzazione a dati estremamente rilevanti per la vita privata dei contribuenti.
Secondo il Garante, l’azione di contrasto all’evasione deve essere più efficiente, non più “orwelliana”, in modo da raggiungere l’equità fiscale sancita dalla Costituzione.