Il Governo smentisce il Presidente dell’INPS, chiarendo che le risorse basteranno per tutti i beneficiari
Dopo le reazioni indignate piovute nella giornata di ieri, il Governo si è affrettato a smentire l’ipotesi “click day” per la richiesta delle indennità di 600 euro prevista dal decreto “Cura Italia” a favore dei lavoratori autonomi. “Non mi sembra un criterio che sta in piedi, non possiamo fare a chi prima arriva prima alloggia”, ha spiegato il Sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, aggiungendo che la comunicazione fatta dall’INPS non riflette una decisione del Governo.
In serata, l’ulteriore chiarimento della Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo: “Non ci sarà nessun click day – ha sottolineato –. A breve forniremo la data a partire dalla quale tutti i cittadini che ne hanno diritto potranno iniziare a fare richiesta per ricevere gli indennizzi previsti dal decreto Cura Italia”. INPS e Ministeri stanno “già lavorando per mettere a sistema, nel più breve tempo possibile, tutte le procedure necessarie per velocizzare l’iter di presentazione delle domande ed erogare gli aiuti previsti dal provvedimento, compresi gli ammortizzatori sociali”.
Ulteriore rassicurazione dei due rappresentanti dell’Esecutivo è arrivata in merito alla quantità di risorse disponibili per soddisfare tutte le richieste (il decreto ha stanziato 2,16 miliardi per una platea di oltre 4.8 milioni di soggetti). “Le risorse stanziate dal Governo – ha sottolineato Catalfo – sono sufficienti a coprire l’intera platea dei beneficiari”. Ma nel caso in cui non dovessero bastare, ha assicurato Baretta, “saranno reintegrate”.
In effetti, l’ipotesi “click day” era stata avanzata due giorni fa da Pasquale Tridico proprio per una questione di risorse insufficienti a coprire tutte le possibili richieste. Secondo il Presidente dell’INPS, si sarebbe reso necessario individuare un singolo giorno nel quale poter presentare la domanda per via telematica, dando poi priorità a quelle arrivate prima (si veda “«Click day» per le indennità a favore degli autonomi la prossima settimana” del 19 marzo).
Un’idea, quella di scatenare una corsa tra i beneficiari delle indennità, che ha attirato tante critiche. I rappresentanti di CGIL, CISL e UIL hanno parlato di “un’ipotesi inaccettabile” che rischierebbe di creare una “guerra tra poveri”. Dello stesso avviso le associazioni dei consumatori e delle categoria produttive, oltreché gli esponenti della politica, inclusi quelli di maggioranza.
Sulla questione è intervenuto, tramite un comunicato stampa, anche il Presidente del commercialisti italiani, Massimo Miani: “L’ipotesi circolata in queste ore di un «click day» per provvedere all’assegnazione del bonus da 600 euro previsto per autonomi e professionisti con partita IVA sarebbe assolutamente iniqua. Una sorta di lotteria con vincitori e perdenti inaccettabile in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo”.
Questa metodologia, ha aggiunto il Presidente del CNDCEC, “porterebbe inevitabilmente a una iniqua distribuzione dell’indennità poiché non è determinato nessun criterio oggettivo e soggettivo se non quello del primo arrivato. Molto dipenderà dal numero di soggetti che contemporaneamente potrebbero accedere alla procedura e dalla tenuta del sistema informatico”.
Un’eventualità che metterebbe in una situazione scomoda gli stessi commercialisti delegati dai propri clienti a inoltrare la richiesta. “Chi dovrà fare più domande – ha spiegato Miani – si troverebbe a dover scegliere quale far partire prima”. Per questo, il Presidente del CNDCEC si è detto “confortato” per le smentite arrivate nella giornata di ieri da parte degli esponenti dell’Esecutivo.
Ricordiamo che l’indennità è riservata ai professionisti titolari di partita IVA e co.co.co. iscritti alla gestione separata INPS alla data del 23 febbraio scorso, artigiani e commercianti, lavoratori stagionali del turismo e del settore agricolo, e lavoratori dello spettacolo. Per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza privatizzate e per tutti gli altri soggetti non rientranti nella prima misura è previsto, invece, un fondo di 300 milioni, a cui si potrà attingere secondo modalità ancora da definire.
A questo proposito, sempre nella giornata di ieri, commercialisti e consulenti del lavoro hanno chiesto al Governo, tramite un comunicato congiunto, di “evitare discriminazioni” nei confronti dei professionisti ordinistici, riconoscendo anche a questi ultimi agevolazioni e indennità previste per gli altri lavoratori autonomi.