Imposte al 30 settembre per i soggetti ISA

La misura, che esclude minimi e forfetari, è contenuta in un emendamento al DL crescita approvato ieri. Commercialisti soddisfatti a metà

Di Savino GALLO

I soggetti che applicano i nuovi indici di affidabilità fiscale potrebbero avere tempo fino al 30 settembre prossimo per il pagamento delle imposte. A prevederlo un emendamento al decreto crescita presentato dai relatori del provvedimento, riformulato e approvato ieri dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che in tarda serata hanno dato anche il via libera al Ddl. di conversione del DL 34/2019 dando mandato ai relatori di riferire all’Aula.

Secondo il Sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, la misura sui versamenti di chi applica gli ISA “supererà il DPCM” firmato dal Ministro Tria nei giorni scorsi, che contemplava una proroga di venti giorni (si veda “Proroga dei versamenti al 22 luglio per i contribuenti che applicano gli ISA” del 7 giugno) e che è attualmente al vaglio della Corte dei Conti.

L’emendamento non prevede la maggiorazione dello 0,40% ed esclude dalla proroga i soggetti che rientrano nel regime dei minimi e i forfetari. In più, si introduce anche una moratoria di sei mesi delle sanzioni sulla trasmissione telematica dei corrispettivi (lo scontrino elettronico) e il raddoppio delle chance di vittoria alla lotteria degli scontrini, che partirà dal 2020, per chi paga con carte e bancomat.

Accolte, dunque, almeno in parte, le istanze dei commercialisti, che si dicono soddisfatti della proroga, pur rilanciando sulla facoltatività o la totale disapplicazione degli ISA per l’anno in corso.

“L’emendamento è un fatto molto positivo”, ha commentato, tramite un comunicato stampa, Massimo Miani, Presidente del CNDCEC. “La proroga al 30 settembre concede una boccata d’ossigeno ai nostri colleghi ed è tanto più apprezzabile perché, una volta tanto, arriva non all’ultimo minuto ma con congruo anticipo”.

“Restano in campo”, però, le difficoltà legate all’applicazione degli ISA, di cui il CNDCEC aveva parlato, con due distinte missive, sia al Ministro Tria che al Premier Conte (si veda “CNDCEC: «Al 30 settembre il pagamento delle imposte» del 25 maggio). Difficoltà legate non solo al “gravissimo ritardo” accumulato nel rilascio degli strumenti necessari, ma anche al fatto che i software parrebbero contenere “dati spesso non corretti”, che “costringono a controlli da parte dei professionisti aventi uno spettro di ben 7 anni”.

Per questo, secondo il Consiglio nazionale, rendere facoltativa l’applicazione degli indici per quest’anno rimane la soluzione “più utile e razionale”.
In alternativa, conclude Miani, “potrebbe essere valutata l’ipotesi di riprendere l’idea dello spostamento degli adempimenti dichiarativi prevista dal Ddl. Ruocco al 30 novembre, portando a quella data i versamenti richiesti dagli ISA”.

ADC e ANC, invece, insistono sulla totale disapplicazione degli ISA per quest’anno. I due sindacati guidati da Enzo De Maggio e Marco Cuchel riconoscono che l’emendamento, qualora venisse approvato, costituirebbe “un segnale importante di attenzione del Governo nei confronti delle richieste che le associazioni hanno sostenuto, denunciando da subito le criticità degli ISA e le difficoltà di una loro corretta applicazione da parte di professionisti e contribuenti”.

Il provvedimento, pur apprezzato, porterebbe però con sé complicazioni di altro genere: “Lo slittamento del termine al 30 settembre imporrebbe una rimodulazione delle scadenze per il pagamento del saldo imposte 2018 e degli acconti 2019, per permettere alle aziende di disporre dello stesso numero di rate attualmente previsto ed evitare che i pagamenti siano concentrati in un arco temporale troppo esiguo, con conseguenti problemi di liquidità”.

La totale disapplicazione degli ISA per quest’anno, quindi, sarebbe “ancor più necessaria proprio in ragione della possibile proroga”, costituendo “la sola misura in grado di arginare pienamente i disagi fino ad oggi determinati dalle inefficienze dell’Amministrazione Finanziaria”.

Una soluzione che le due associazioni avevano prospettato anche in una recente lettera inviata ai Garanti del Contribuente, a cui si chiedeva di perorare la causa presso MEF e Agenzia delle Entrate (si veda “ADC e ANC scrivono ai Garanti del contribuente per gli ISA” del 14 giugno). Cosa che i Garanti di Sardegna, Sicilia, Calabria ed Emilia Romagna hanno già fatto, interessando Ministero e le direzioni regionali delle Entrate e invitandoli ad adottare i provvedimenti più adeguati nell’ottica del rispetto dello Statuto del Contribuente.

2019-06-19T08:12:38+00:00Giugno 18th, 2019|News|
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