Pubblicato in G.U. il decreto che introduce per gli enti appaltanti l’obbligo di ricevere le fatture elettroniche conformi allo standard europeo
A partire dal 18 aprile 2019, le Pubbliche Amministrazioni e gli altri enti aggiudicatori saranno tenuti a ricevere le fatture elettroniche emesse secondo lo standard unico europeo nell’esecuzione di contratti pubblici di appalto.
Il nuovo obbligo è previsto dal DLgs. 148/2018, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale.
Quest’ultimo recepisce la direttiva 2014/55/Ue, la quale, al fine di rendere maggiormente uniformi le regole di fatturazione in ambito Ue, impone ai soggetti aggiudicatori di ricevere ed elaborare anche le fatture elettroniche predisposte nei formati conformi allo standard europeo (il cui riferimento è stato pubblicato nella GUUE L 266 del 17 ottobre 2017).
I soggetti interessati dal nuovo obbligo sono:
– le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori di cui all’art. 1 comma 1 del DLgs. 50/2016, come definiti dal successivo art. 3 del medesimo decreto (amministrazioni dello Stato, enti pubblici territoriali, altri enti pubblici non economici, ecc.);
– nonché le amministrazioni di cui all’art. 1 comma 2 della L. 196/2009.
Sono interessate, pertanto, anche le amministrazioni aggiudicatrici sub-centrali (ossia, secondo la definizione del Codice dei contratti pubblici, tutte le amministrazioni aggiudicatrici che non sono autorità governative centrali). Tuttavia, per queste ultime l’entrata in vigore dell’obbligo è differita al 18 aprile 2020.
In base alla norma europea, la nuova disciplina si applica alle fatture emesse nell’esecuzione di contratti di appalto disciplinati dalle direttive 2014/23/Ue, 2014/24/Ue, 2014/25/Ue e, salvo eccezioni, ai contratti di cui alla direttiva 2009/81/Ue. L’art. 3 del DLgs. 148/2018 specifica che, a livello nazionale, si tratta dei contratti rientranti nell’ambito applicativo del DLgs. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici) o del DLgs. 208/2011, relativo ai settori della difesa e della sicurezza. Restano escluse le fatture relative a contratti disciplinati da quest’ultimo decreto le cui procedure di aggiudicazione e di esecuzione siano dichiarate segrete o soggette a speciali misure di sicurezza.
Non viene previsto alcun esonero, invece, nell’ipotesi di contratti di valore inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria individuate dall’art. 35 del DLgs. 50/2016.
Per quanto concerne le regole di gestione delle fatture emesse secondo lo standard europeo, l’art. 3 del DLgs. 148/2018 specifica che esse integrano la disciplina tecnica di cui al DM 55/2013, assicurando, dunque, uniformità con la gestione delle fatture attualmente utilizzate in ambito nazionale (“Fatture PA”).
Le relative modalità applicative verranno individuate con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.
L’uniformità è assicurata anche per quanto concerne le modalità di ricezione dei documenti, essendo previsto, anche per tali fatture, l’utilizzo del Sistema di Interscambio, secondo le regole di cui al medesimo DM 55/2013.
Tuttavia, come si legge nella relazione illustrativa al decreto in argomento, nonostante il contenuto informativo delle fatture “europee” sia del tutto equivalente a quello delle “fatture PA”, variano i formati di rappresentazione dei dati, con la conseguenza che il SdI dovrà essere arricchito di una funzione di “traduzione”. Le Pubbliche Amministrazioni e gli enti aggiudicatori, dunque, riceveranno sia le “fatture PA” nazionali, sia le fatture “europee” relative agli appalti pubblici mediante il Sistema di Interscambio, anche se queste ultime dovranno essere “tradotte”.
Una criticità riguarda i soggetti diversi dalle Pubbliche amministrazioni che, tuttavia, risultano coinvolti dal nuovo obbligo. Tali enti, infatti, sarebbero soggetti alle regole di ricezione e di invio di cui al DLgs. 127/2015, previste per la fatturazione elettronica nei rapporti B2B. Per evitare un’eccessiva complessità nel processo di trasmissione delle fatture relative agli appalti pubblici, si ipotizza che tali soggetti possano essere censiti nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni, anche se con un attributo idoneo a distinguerli dai soggetti “PA”.
Si evidenzia, in ultimo, che, a seguito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari competenti e dalla Conferenza Unificata, è stata prevista l’istituzione di un tavolo tecnico permanente presso l’Agenzia per l’Italia Digitale, cui parteciperanno i rappresentanti del MEF, dell’Agenzia delle Entrate, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, dell’UPI e dell’ANCI. Il tavolo tecnico consentirà di coinvolgere nell’aggiornamento delle regole tecniche di gestione delle fatture elettroniche, nonché nel monitoraggio e nella valutazione di impatto delle stesse, i soggetti interessati dal nuovo obbligo, con particolare riferimento alle amministrazioni locali.