L’aspetto è stato chiarito dall’Agenzia delle Entrate nel corso di un incontro formativo. Novità in arrivo per le deleghe massive agli intermediari
Oltre all’apertura, sul proprio sito internet, della nuova sezione dedicata alla fatturazione elettronica, contenente tra l’altro una Guida illustrativa delle modalità operative di emissione delle fatture in formato elettronico (si veda “Detrazione dell’IVA solo dalla data di consegna della «e-fattura»” di oggi), ieri l’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti tecnici in merito alla disciplina che entrerà in vigore per tutti dal 1° gennaio 2019.
Lo ha fatto attraverso le parole di Paolo Savini, Vicedirettore, e Carmelo Piancaldini, Responsabile ufficio applicativi fatturazione elettronica, intervenuti nel corso di un incontro formativo dedicato, questa volta, ai consulenti del lavoro.
Nel corso dell’evento, l’Agenzia ha reso noto, in forma non ufficiale, che possono essere emesse fatture in formato elettronico dal 1° luglio 2018, su base facoltativa, anche per le cessioni di carburanti per autotrazione da parte dei distributori, per le quali l’obbligo è stato differito al 1° gennaio 2019 ai sensi dell’art. 11-bis del DL 87/2018 (decreto “dignità”), seppur contravvenendo all’art. 1 comma 3 del DPR 444/97. Si tratta di un aspetto che sembrava già emergere dal comunicato stampa n. 79 del 29 giugno 2018, ma con le parole di ieri i dubbi possono dirsi definitivamente sciolti. Resta ferma l’indicazione, nella fattura, della tipologia di carburante ceduto (ai fini dello sgravio dell’accisa) nonché della targa (per potere identificare il veicolo).
Viene anche confermato che la fatturazione in formato elettronico potrà essere destinata anche ai soggetti non residenti in Italia, se dotati di una PEC nazionale o se hanno la possibilità di ricevere documenti in XML. “Se si sfrutta questa possibilità – ha ricordato Piancaldini – non bisognerà poi inviare a fine mese la comunicazione dei dati delle fatture transfrontaliere”.
Nel corso dell’incontro, Piancaldini ha ricordato che il sistema darà la possibilità di fare fatture per conto terzi. In questo caso, però, bisognerà fare attenzione all’indirizzo inserito, perché “se il cliente ha registrato un indirizzo abbinandolo alla propria partita IVA il sistema invierà automaticamente a quell’indirizzo”.
Ultima precisazione per ciò che riguarda la dichiarazione precompilata delle liquidazioni IVA. In realtà, ha spiegato Piancaldini, “si tratterà di una bozza, che l’Agenzia delle Entrate cercherà di rendere il più possibile vicina al reale sfruttando i dati a propria disposizione. Ma ci sarà comunque un professionista che dovrà poi controllarla e, eventualmente, modificarla o integrarla. Alla precompilata – ha concluso – ci arriveremo, ma solo quando la fatturazione elettronica sarà metabolizzata e il processo di acquisizione dei dati da parte dell’Agenzia sarà più spinto”.
Il Vicedirettore Savini ha posto l’attenzione sull’attività portata avanti dall’Agenzia delle Entrate in merito, ad esempio, alla “pulizia delle anagrafiche relative allo spesometro, dato che al momento l’unico motivo di scarto di una fattura riguarda l’inesistenza della partita IVA e del codice fiscale”. Si è lavorato, inoltre, sulla “fase di preregistrazione della sede telematica, in modo tale che le fatture elettroniche possano essere registrate presso un indirizzo prescelto”.
Più in generale, Savini ha sottolineato la semplicità del sistema, che egli stesso ha testato: “Pur non essendo un nativo digitale – ha concluso – ci ho messo tre minuti e mezzo per concludere il processo, compresa la fase iniziale di inserimento delle credenziali di accesso”.
Con il “QR code” del cliente, ha aggiunto in proposito Piancaldini, il processo richiederà “meno di un minuto”. Quest’ultimo ha ricordato che sussistono delle differenze tra la fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione e verso i privati. “La Pubblica Amministrazione – ha spiegato – può usare lo SdI per accettare o rifiutare una fattura. Questo non è possibile tra privati. Per rifiutare una fattura ci si dovrà mettere in contatto con il soggetto e chiedergli di inviare una nota di variazione, sempre attraverso il sistema di interscambio”.
Annunciate novità “entro la fine del mese di ottobre” per ciò che riguarda le deleghe massive agli intermediari. Anziché inviarle singolarmente, l’intermediario potrà “tenere a casa le deleghe scritte e autenticate” e “trasmettere una sola comunicazione in cui sono indicati tutti i clienti”. In questo caso, nella comunicazione andrà “inserito un codice per ogni cliente che permetterà all’Agenzia di sapere che il delegato è quello giusto”. Potrebbe trattarsi, ha aggiunto Piancaldini, “di un rigo della dichiarazione dei redditi o della dichiarazione IVA dell’anno precedente”.