Al convegno Fisco & Futuro il Vicedirettore Savini illustra i benefici del nuovo adempimento. Ma i commercialisti chiedono un’introduzione graduale
L’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria tra privati porterà con sé non solo vantaggi in termini di eliminazione di alcuni adempimenti e riduzione dei tempi di accertamento, ma avrà un impatto sulla digitalizzazione complessiva delle imprese, producendo risparmi una volta a regime. Così Paolo Savini, Vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate, introduce il tema al centro del convegno “Fisco & Futuro”, organizzato da Eutekne in occasione del suo trentennale e tenutosi ieri al teatro Carignano di Torino.
A sostegno della sua tesi, Savini cita un recente studio del Politecnico di Milano, secondo cui il nuovo obbligo potrebbe portare ad un risparmio compreso “tra i 2 e i 65 euro a fattura”, perché “verranno meno i costi di stampa” dei documenti, “non ci sarà più la necessità di recuperare nell’archivio il fascicolo cartaceo di clienti e fornitori e scomparirà l’attività di data entry” legata alla registrazione delle fatture.
Rimane, però, un “cambiamento epocale” e, dunque, Savini non esclude che la fase di avvio possa essere “complicata”. Per questo, ha spiegato, “l’Agenzia si è confrontata con le categorie professionali e ha recepito tutte le criticità, provando a semplificare il più possibile le procedure”. Va in questa direzione la realizzazione dell’App per smartphone (“è più facile farla così che su carta” dice in proposito) e la predisposizione dei QR-code, da cui “con una fotografia si potranno prendere tutti i dati anagrafici del soggetto senza possibilità di errore”.
Nonostante tutto, però, rimangono le perplessità dei commercialisti. Prima Davide Di Russo, Vicepresidente del CNDCEC, e poi Maurizio Grosso, Consigliere nazionale con delega alle nuove tecnologie, ribadiscono la necessità di un avvio graduale. “Tante piccole imprese – ha spiegato Grosso – non sono pronte e non vogliamo che l’Amministrazione finanziaria se ne renda conto solo all’ultimo secondo, trovandosi poi costretta a concedere una proroga il 30 dicembre. Proprio per evitare la proroga, bisognerebbe partire dai più grandi, stabiliamo una linea di esclusione per i soggetti più piccoli e prevedendo un ingresso graduale”.
Stesse perplessità, in merito all’impreparazione di tanti soggetti economici, espresse anche da Andrea Fradeani, commercialista e docente presso l’Università di Macerata, che interpreta le paure di molti colleghi circa la possibilità che, alla fine, siano gli stessi commercialisti a dover sopperire all’impossibilità di adempiere al nuovo obbligo da parte dei loro clienti. Il tutto senza avere la possibilità, come spesso accaduto in passato, di “potersi far pagare” e con la prospettiva di dover sostenere in proprio i costi.
Una possibile strada, prospetta Enrica Eandi, Ad di Sistemi spa e Vicepresidente di Assosoftware, potrebbe essere quella di “prevedere un periodo di iniziale, magari di qualche mese, di assenza di sanzioni per invio tardivo”. Una proroga, invece, “non sarebbe una soluzione”.
Dello stesso avviso Vincenzo Visco, ex Ministro dell’Economia e padre della Fisco telematico, secondo cui la “fatturazione elettronica è una strada obbligata e tanto vale percorrerla subito”. Anche perché il nuovo obbligo potrebbe avere un impatto significativo in termini di lotta all’evasione.
Sul punto, durante il convegno, si sono registrate opinioni differenti. Dello stesso avviso di Visco il Direttore uscente dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che pur “comprendendo i timori” di contribuenti e professionisti, ha sottolineato la necessità di partire subito: “La digitalizzazione del Fisco – ha spiegato –, non solo la fatturazione elettronica ma anche la trasmissione telematica degli scontrini, permetterà all’Agenzia di concentrasi solo su determinati flussi anomali”.
Su altre posizioni, invece, sia il commercialista Dario Deotto (“l’evasione si recupera innanzitutto con la credibilità del sistema fiscale”) sia Enrico Zanetti, ex Viceministro all’economia: “La fatturazione elettronica – ha commentato – servirà per intercettare l’evasione da frode o da mancato versamento, ma chi non emetteva fatture prima continuerà a farlo anche in futuro”.
Sarà importante, dunque, capire anche come l’Amministrazione finanziaria intenderà modificare le modalità di accertamento in ragione del flusso di nuovi dati a disposizione. Nell’attesa, i commercialisti si aspettano che si faccia ulteriore chiarezzasu tutte le casistiche particolari con cui, a breve, ci si potrebbe trovare a fare i conti.