L’Associazione sindacale chiede all’Agenzia di specificare i criteri che possono portare all’avvio della procedura di sospensione
Fa discutere il provvedimento n. 195385 del 28 agosto scorso, con cui l’Agenzia delle Entrate ha dato attuazione alla procedura di sospensione delle compensazionicontenenti profili di rischio. Secondo l’Associazione nazionale commercialisti, infatti, le disposizioni attuative della norma contemplata dall’art. 1, comma 990 della legge di bilancio 2018 e introdotta con la finalità di contrastare le indebite compensazioni, non sono abbastanza complete e puntuali da permettere a cittadini e professionisti di agire correttamente.
Il sindacato guidato da Marco Cuchel si aspettava che l’Agenzia delle Entrate procedesse a “specificare e indicare nel dettaglio i profili di rischio la cui presenza comporterà l’avvio della procedura di sospensione, permettendo così di delineare l’ambito di applicazione del provvedimento”.
Invece, spiega il Presidente attraverso una nota stampa diffusa ieri, “l’Amministrazione finanziaria si riferisce in modo generale a ogni tipologia di crediti compensati e di debiti pagati, e quindi, di fatto, tutte le compensazioni, a partire dall’entrata in vigore del provvedimento, il 29 ottobre prossimo, saranno assoggettabili all’applicazione della procedura di sospensione e alla possibilità di scarto”.
Ricordiamo che, secondo la norma, l’Agenzia ha la possibilità, in presenza di deleghe di pagamento contenenti compensazioni che presentano profili di rischio, di sospendere fino a 30 giorni l’esecuzione delle deleghe per verificare un eventuale indebito utilizzo dei crediti erariali.
Qualora, all’esito del controllo, il credito risulti correttamente utilizzato, il pagamento è eseguito. In caso contrario, la delega di pagamento non è eseguita e i versamenti e le compensazioni si considerano non effettuati (si veda “Regole sul blocco delle compensazioni efficaci dal 29 ottobre” del 29 agosto 2018).
Se il fine della norma è di contrastare le compensazioni indebite, commenta ancora l’ANC, “il comportamento dell’Agenzia delle Entrate sembra andare ben oltre, creando le condizioni per cercare di limitare il più possibile il diritto dei contribuenti ad esercitare la compensazione dei crediti mediante il modello F24”.
“Purtroppo – aggiunge Cuchel – non è la prima volta che l’Agenzia delle Entrate con il suo atteggiamento va oltre il suo ruolo e le sue prerogative. È una situazione tutt’altro che rassicurante per contribuenti e professionisti del settore, anche in ragione del fatto che questi sconfinamenti finiscono sempre per generare un clima di confusione e incertezza”.
L’auspicio, dunque, è che l’Amministrazione finanziaria provveda a “definire diversamente i criteri per la sospensione delle compensazioni, delineando quali siano i profili di rischio, al fine di non compromettere, in alcun modo, l’utilizzo legittimo delle compensazioni”.