Un nuovo comunicato del MEF anticipa l’emanazione di un secondo DPCM. Commercialisti: «La privacy deve essere garantita a monte dal sistema»

Di Savino GALLO e Emanuele GRECO

Il termine per la comunicazione dei dati delle fatture relative al primo semestre del 2017 è ulteriormente prorogato a lunedì 16 ottobre 2017. Lo prevede un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che oggi ha firmato il provvedimento. Il nuovo rinvio del termine è stato anticipato con il comunicato stampa dello stesso MEF, diffuso ieri.

Si tratta della seconda proroga del termine (originariamente previsto in data 16 settembre 2017), che fa seguito ad una prima proroga (al 28 settembre 2017), stabilita con DPCM del 5 settembre 2017.
Seguendo le precisazioni rese in occasione della prima proroga (comunicato stampa del 7 settembre 2017), sono interessati sia i soggetti che effettuano la comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute ex art. 21 del DL 78/2010 sia coloro che trasmettono i dati in virtù dell’opzione per il regime ex art. 1 comma 3 del DLgs. 127/2015.

Tra le due modifiche del termine previste con DPCM, il direttore dell’Agenzia delle Entrate – in ragione del malfunzionamento del servizio “Fatture e corrispettivi”, protrattosi per giorni – aveva, inoltre, disposto un differimento del termine ad oggi, 5 ottobre 2017 (provvedimento n. 199339 del 28 settembre 2017).

Definita la nuova proroga al 16 ottobre e in attesa che il relativo DPCM sia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, potrebbero ritenersi “superate” le indicazioni fornite, in materia sanzionatoria, dall’Agenzia delle Entrate con comunicato stampa del 25 settembre 2017. In tale circostanza, infatti, l’Agenzia rendeva noto che, in presenza di “obiettive difficoltà per i contribuenti”, gli Uffici non avrebbero applicato le sanzioni di cui all’art. 11 comma 2-bis del DLgs. 471/97 per meri errori materiali e/o in caso di trasmissione della comunicazione entro i 15 giorni successivi rispetto “all’originaria scadenza”.

Un aspetto, quest’ultimo, affrontato anche dal CNDCEC che, commentando a caldo la nuova proroga al 16 ottobre, ha sottolineato come resti “ancora del tutto irrisolto il nodo delle sanzioni, sulle quali il Governo continua a non esprimersi ufficialmente”.

“Non sappiamo ancora – ha spiegato Massimo Miani, Presidente dei commercialisti – se questo adempimento sarà alla fine considerato sperimentale e quindi se le sanzioni saranno effettivamente sospese, senza se e senza ma, come chiediamo da settimane. Arrivati a tale punto di questa tragicommedia, è questo il cuore del problema, non più l’ormai stucchevole balletto sulle date”.

La nuova proroga, in ogni caso, rappresenta “la presa d’atto finale di una pesante sconfitta dell’operazione spesometro”. La speranza dei commercialisti, a questo punto, è che i problemi di questi giorni possano stimolare “un’analisi onesta ed equilibrata dell’accaduto da parte dell’Amministrazione fiscale e del Governo, sulla quale avviare un dialogo franco e costruttivo per un Fisco che non rinunci certo ad investire sull’informatizzazione, ma che lo faccia in modo finalmente più rispettoso di professionisti e cittadini”.

Le premesse, in questo senso, sembrerebbero però non esserci ancora. Basti pensare alle dichiarazioni rilasciate, nella mattinata di ieri, dai vertici di Sogei dinanzi alla Commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. In audizione, i rappresentanti del partner tecnico delle Entrate hanno spiegato che i problemi legati alla privacy non erano dovuti ad un baco del sistema, ma ad una scelta di “flessibilità” in caso di cambio di intermediario da parte di un contribuente: “Si trattava di dare la possibilità al successivo intermediario di vedere la storia relativa a fatture e corrispettivi”.

La flessibilità del sistema “è stata ristretta”, mentre il recupero delle altre funzionalità del portale è “in corso”. Intanto, però, sono partite delle verifiche per “individuare soggetti che hanno avuto accesso a file non firmati da loro stessi, pur non essendo stati delegati esplicitamente sui sistemi alla consultazione dei dati, e le informazione visualizzate”.

Dichiarazioni che hanno suscitato le perplessità dei commercialisti: “Invece di rivolgere le proprie scuse” per quanto accaduto, sottolineano Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, Consiglieri del CNDCEC, si annuncia una “caccia alle streghe nei confronti dei professionisti che, con abnegazione e spirito di servizio, stanno facendo il possibile per portare a termine l’adempimento, nonostante i gravi disservizi che, ad oggi, non sono ancora stati del tutto risolti”.

Né si possono giustificare i problemi legati alla privacy con la scelta di semplificare la vita degli operatori: “Ben vengano – concludono Gelosa e Postal – tutte le facilitazioni possibili nell’esecuzione dell’adempimento, di cui, nel caso di specie, non vi è invero la benché minima traccia, ma pur sempre nel rispetto della privacy dei contribuenti”, che deve essere “garantita a monte” dal sistema informatico.